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TESTO Commento su Matteo 11,25-30

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S. Francesco d'Assisi, patrono d'Italia (04/10/2005)

Vangelo: Mt 11,25-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 11,25-30

25In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Dalla Parola del giorno

Portate i pesi gli uni degli altri, così adempirete la legge di Cristo.

Come vivere questa Parola?

Francesco, di cui oggi celebriamo la festa, ha preso alla lettera queste parole. E ha capito esistenzialmente una cosa: i pesi degli altri, quando sono portati da noi per amore, divengono quel "giogo" del Signore che – dice Gesù stesso - si rivela soave, quel "peso" del Signore che, aggiunge, risulta poi essere "leggero". S.Francesco, verso la fine della sua vita, racconta che, quand'era ancora immerso nella vita mondana, gli era intollerabile anche solo la vista dei lebbrosi. Ma fu Gesù stesso a ispirargli il coraggio di abbracciarne e baciarne uno che gli venne incontro. Ecco, Francesco sperimentò che il "peso" di quel lebbroso, una volta diventato non più "giogo" suo ma del Signore, cambiò totalmente. "E partendomene – dice il santo – ciò che mi era apparso amaro, mi fu convertito in dolcezza nell'anima e nel corpo". È così anche per chi si fa carico del fratello, della sorella per puro amore di Gesù. La vita cambia! Vivere amando è come versare miele in una bevanda amara. Quello che ti angustiava e pesava cambia "sapore". E tu ti senti leggero, riconciliato con te e con ogni creatura: Il Cantico delle creature di S.Francesco (la prima poesia in lingua italiana!) sgorga proprio da questo cuore riconciliato e amico di ogni creatura.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiedo a Gesù di afferrarmi interamente, perché questo mio vivere non sia all'insegna dell'angustia e della pesantezza, ma della libertà gioiosa che scaturisce da un cuore deciso a portare i pesi degli altri, come giogo del Signore.

Gesù, a volte sono di corta vista! Guardo i "pesi" da "miope", e non mi accorgo che sono il tuo giogo soave. Fammi luce in cuore e sorridente in volto: per te e per ognuno che accosto.

La voce del "Poverello di Assisi"

Beato l'uomo che sostiene il suo prossimo nelle sue debolezze come vorrebbe essere sostenuto dal medesimo, se fosse in caso simile.
S. Francesco

 

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