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TESTO Commento su Luca 18,1-8

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

XXIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (21/10/2001)

Vangelo: Lc 18,1-8 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù 1diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: 2«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. 3In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. 4Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, 5dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». 6E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. 7E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? 8Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

Dalla Parola del giorno

Il Signore soggiunse: "Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di Lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente".

Come vivere questa Parola?

E' il cuore della parabola tanto intensa che ha per protagonisti una vedova e un giudice iniquo. Se si ricorda quella che era la condizione della vedova ai tempi di Gesù, si è meglio in grado di capire la tensione drammatica di questo breve racconto. Una vedova era quanto di più povero, misero e abbandonato ci potesse essere: una donna (e dire donna voleva dire una realtà umana di nessun conto!) senza assistenza, senza sicurezze, senza mezzi di sostentamento, abbandonata alla solitudine e all'incuria, preda degli usurai. L'altro protagonista sta al polo opposto: un uomo a cui la professione di giudice dà sicurezza, potere. Ma il suo cuore "iniquo" lo rende duro in tutto il suo essere e tutt'altro che incline a esercitare la comprensione e la pietà. Tra il bisogno che grida aiuto e la probabilità di esaudimento c'è un abisso. E proprio questo abisso sottolinea il grido di disperazione della donna che continua, senza dar segno di demordere. Ecco, non ci poteva essere immagine più toccante per dirci che se, perfino quel tipo iniquo dà a un certo punto ascolto e provvede, quanto infinitamente di più Dio, Padre buono, è in ascolto, e sempre, anche se talvolta in modo a noi non percepibile, esaudisce e provvede.

Oggi, nel mio rientro al cuore chiederò allo Spirito Santo di capire più a fondo l'assoluta necessità della preghiera. In essa Dio desidera ardentemente lasciarsi vincere dall'uomo, da me, così come si lasciò vincere da Giacobbe nella notte in cui Egli lottò con lui, al guado del fiume. Raccolto in preghiera levo a Dio tutto il desiderio e l'ansia del mondo attraverso il cuore di Gesù e il suo sacrificio di infinita intercessione.

La voce di un maestro spirituale vivente

"Dio non si sbaglia. Sa che il gemito del mondo che ascolta in chi prega è il proprio soffio, lo Spirito Santo ch'Egli ha effuso nella sua creatura e che ora respira e geme nei cuori".
André Louf

 

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