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TESTO Si avvicinó

don Roberto Seregni  

V Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (07/02/2021)

Vangelo: Mc 1,29-39 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 1,29-39

29E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. 30La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. 31Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.

32Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 33Tutta la città era riunita davanti alla porta. 34Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.

35Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. 36Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. 37Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». 38Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». 39E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

Dopo l'esorcismo nella sinagoga di Cafarnao, il ritmo del Vangelo si fa incalzante. Guarigioni e esorcismi, tutti cercano il maestro e la pressione della folla è tale che Pietro e gli altri discepoli devono interrompere la preghiera di Gesù. Sembra proprio che Marco voglia farci percepire l'urgenza dell'annuncio del Regno e la passione con la quale Gesù inizia la proclamazione del Vangelo di Dio.

Ma c'è un piccolo dettaglio che attira la mia attenzione. È vero: questo primo capitolo del Vangelo inizia ad altissima velocità, ma Gesù non si fa nessun problema a prendersi tutto il tempo necessario per entrare nella casa di Pietro e visitare sua suocera che era ammalata. È davvero affascinante questa attenzione di Gesù: non ha fretta, non scappa via, non si inventa una scusa, non dice ai suoi discepoli di prendere un appuntamento con la segretaria.

Gesù si ferma, ha tempo per lei, la prende per mano e la guarisce. Stupendo.

Quanto abbiamo ancora da imparare da Gesù! Imparare a rallentare, a dare tempo alle cose importanti, alle persone prima di tutto. I nostri elaborati progetti pastorali non servono a nulla se non sappiamo rallentare il passo e preoccuparci di chi sta male, di chi sta in fondo alla fila, di chi non riesce a seguire il nostro ritmo. Dobbiamo imparare da Gesù a rallentare, a mettere prima di tutto le persone e a prenderci cura delle ferite dell'umanità.

Un abbraccio
don Roberto

 

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