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TESTO Non angustiatevi per nulla

padre Antonio Rungi

XXVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (02/10/2005)

Vangelo: Mt 21,33-43 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: 33Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. 34Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. 35Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. 36Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. 37Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. 38Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. 39Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. 40Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». 41Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».

42E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:

La pietra che i costruttori hanno scartato

è diventata la pietra d’angolo;

questo è stato fatto dal Signore

ed è una meraviglia ai nostri occhi?

43Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti.

La Parola di Dio della XXVII domenica del tempo ordinario pone alla nostra attenzione il tema della vigna del Signore, che deve fruttificare mediante l'opera di vignaioli responsabili; ma pone in evidenza anche lo stile di vita di un cristiano che dà il giusto peso alle cose del tempo e che ha il suo pensiero costante rivolto a Dio. Da qui anche la preoccupazione che deve accompagnare sempre la vita del cristiano, che è quella della ricerca di tutto quello che merita lode ed è espressione di vita virtuosa.

Il testo della Lettera ai Filippesi, che è la seconda lettura odierna, ci riporta a questa essenzialità. Infatti, leggiamo testualmente: "Fratelli, non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù. In conclusione, fratelli, tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri. Ciò che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, è quello che dovete fare. E il Dio della pace sarà con voi!".

I rimanenti testi della Parola di Dio di questa Domenica sono invece tutti dedicati al tema della vigna. Sia la prima lettura tratta dal Profeta Isaia, sia il Salmo Responsoriale e poi, soprattutto, il Vangelo.

Alcuni brani più espressivi vale la pena meditarli e commentarli per un degno frutto spirituale e morale per ciascuno di noi.

Le conseguenze della vigna improduttiva vengono indicate dettagliatamente nel testo seguente: "Ora voglio farvi conoscere ciò che sto per fare alla mia vigna: toglierò la sua siepe e si trasformerà in pascolo; demolirò il suo muro di cinta e verrà calpestata. La renderò un deserto, non sarà potata né vangata e vi cresceranno rovi e pruni; alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia. Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti

è la casa di Israele; gli abitanti di Giuda la sua piantagione preferita. Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi".

Come è facile intuire, è una forte denuncia da parte del Profeta Isaia di una condotta scorretta da parte del popolo di Dio, che invece di operare per la pace e la giustizia, agisce con violenza e parzialità.

Di fronte alla situazione di estrema precarietà della vigna, il Salmo 79 è un'aperta invocazione al Signore perché intervenga a favore di essa: "Dio degli eserciti, volgiti, guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna, proteggi il ceppo che la tua destra ha piantato, il germoglio che ti sei coltivato".

Di rara efficacia è il testo del Vangelo di Matteo: una parabola con varie ipotesi di raccolta dei frutti della vigna quando è il tempo giusto. Il Padrone della vigna invia vari messaggeri perché possano presentare a Lui quanto ottenuto dal lavoro dei vignaioli ai quali il Padrone ha assegnato la cura della vita.

"Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l'altro lo uccisero, l'altro lo lapidarono.

Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità. E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero".

E' il racconto dell'irriconoscenza, dell'abuso della bontà altrui, è il primato dell'orgoglio e dell'arroganza, dell'interesse personale.

La conclusione della parabola è chiara: "Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?". Gli rispondono: "Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo". E Gesù disse loro: "Non avete mai letto nelle Scritture: ''La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri''? Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare".

Nella vigna, la teologia ha visto la Chiesa, definita tale anche dai documenti conciliari. Nella chiesa non tutti operano per il bene e non tutti valutano adeguatamente il mistero della Redenzione, che Gesù Cristo, Figlio di Dio, porta a compimento nella sua morte e risurrezione. In poche parole non accettano tale mistero, lo rifiutano, rinnegano quel Dio Amore, che nella Passione del suo Figlio, ridona all'uomo la vera dignità e la possibilità di una salvezza eterna. Quanti cristiani non vivono seriamente la loro scelta di vita. Scendono a compromesso con la coscienza, riducono la fede ad interpretazione personale e via dicendo. La crisi del sacro e della religiosità nei paesi di prima evangelizzazione ci attesta tutte questa verità. Le chiese giovani, ove il vangelo è stato impiantato da poco rispondono meglio e con maggiore generosità alla diffusione del Regno di Dio tra loro. Ecco perché quel monito finale della Parabola odierna della Vigna del Signore che sarà tolta ad un popolo ed affidata alla cura di altro popolo, risulta di grande attualità, specialmente in quegli ambienti di pseudo-cristiani o presunti cristiani che non curano abbastanza la vigna del Signore, anzi spadroneggiano su di essa e dentro di essa, con le conseguenze note della perdita della fede a tutti i livelli.

Facciamo tesoro di questo monito e, nel recuperare una vita morale qualitativamente alta, mediante l'impegno di salvaguardare fondamentali principi morali a partire da noi stessi, facciamo germogliare questa vigna del signore, bisognosa di vignaioli attenti e generosi, che non fanno calcoli per i propri interessi personali, ma che si dedicano con tutte le energie della mente e della cuore per farla produrre in modo abbondante.

 

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