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TESTO Il mio diletto possedeva una vigna

Suor Giuseppina Pisano o.p.

XXVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (02/10/2005)

Vangelo: Mt 21,3343 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: 33Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. 34Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. 35Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. 36Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. 37Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. 38Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. 39Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. 40Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». 41Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».

42E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:

La pietra che i costruttori hanno scartato

è diventata la pietra d’angolo;

questo è stato fatto dal Signore

ed è una meraviglia ai nostri occhi?

43Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti.

Canterò per il mio diletto
il mio canto d'amore
per la sua vigna...
Il mio diletto
Possedeva una vigna
Su un fertile colle...

( Isaia 5, 1 )

Anche Gesù, parla di una vigna fertile, ben curata, recintata ed affidata alle cure di vignaioli esperti; la parabola chiaramente riecheggia il i testo di Isaia, che era familiare a quanti ascoltavano; il discorso rivolto in modo particolare a quanti erano alla guida del popolo, contiene in sé, a grandi linee la storia del medesimo popolo, quello prescelto per l'Alleanza, e la Rivelazione, popolo amato e depositario della Promessa di salvezza, nonostante le ripetute infedeltà. Ad esso, Dio inviò i Patriarchi e i Profeti, simili a 'vignaioli esperti 'guide e maestri, ma la loro sorte fu spesso una condanna o la morte. Gesù lo sottolinea ancora, quando parla dei "servi inviati a ritirare il raccolto", servi lapidati o in altro modo uccisi, finché non fu inviato lo stesso figlio.

Qui il discorso si fa più incisivo e diventa attuale di un 'attualità perenne: Gesù, infatti parla di sé. " Venne tra i suoi, dirà Giovanni. Ma i suoi non lo riconobbero.." " ..ecco l'erede- recita il testo- uccidiamolo e avremo noi l'eredità...". E' l'illusione dell'onnipotenza umana che vuol sostituirsi a Dio e vorrebbe rapinarlo dei frutti della creazione, compresa la realtà umana, specchio e gloria di Dio. E' l'opposto di quel che operò Gesù " il quale, pur essendo di natura divina non considerò frutto di rapina la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso facendosi simile agli uomini e, apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce .." ( Fil 2,6 )

L'uccisione " dell'erede " o fuori di metafora, ogni tentativo di cancellare Dio dalla nostra storia, non ha come frutto il conseguimento di un' ambita preziosa " eredità": l'uomo non diventa più grande senza Dio, né più libero, né più potente. La Storia, anche recente, anche quella attuale, ce lo ricorda ogni giorno; l'illusione dell'onnipotenza, l'esaltazione del potere illimitato in ogni campo, conduce spesso a danni ingenti, che coinvolgono l'uomo e, in certi casi lo stesso Creato.

Il Figlio di Dio, che si è detto Figlio dell'uomo, solidale con noi fino a dare la sua vita per noi, è l'unico che ci doni la vera " eredità" che è l'adozione a figli di Dio, cittadini del suo Regno capaci di portare in Lui, come tralci nella vite, frutti di bontà, di giustizia, di misericordia e di pace, frutti di vita, e non di morte.

Nella parabola, Gesù annuncia chiaramente la sua morte, ma non per la sconfitta, non sarebbe stata la fine

" La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d'angolo, "

Dalla morte e resurrezione di Cristo un'altra Vigna è germogliata ed è cresciuta, e un nuovo popolo canta incessantemente, nella Storia, l'antico canto di Isaia...canterò per il mio Diletto il mio canto d'amore.. è il canto della chiesa che presenta a Dio i frutti di santità che nascono dalla fedeltà al Figlio Redentore.

La nuova vigna e la nuova costruzione dell'uomo e della Storia, fondata sul Risorto, sarà anch'essa, in novità perenne, canto di lode e di ringraziamento a Dio, che si leverà incessante da ogni angolo della terra dove è annunciata la parola di salvezza, che fruttifica per la vita eterna.

 

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