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TESTO Commento su Giovanni 1,1-14

don Walter Magni  

Domenica nell'Ottava del Natale (03/01/2021)

Vangelo: Gv 1,1-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

2Egli era, in principio, presso Dio:

3tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

4In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

5la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

6Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

9Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

10Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

11Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

12A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

13i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

14E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

Con la Domenica dopo l'Ottava del Natale del Signore siamo sempre nell'ambito della celebrazione del Natale del Signore. Continuiamo, dunque, a tenere “fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede”, come afferma la lettera agli Ebrei (12,2).

“... erano fissi su di Lui”
Gesù dalla Giudea torna in Galilea e già la Sua fama si stava diffondendo. Insegnava nelle sinagoghe di paese in paese, finché un giorno, arrivato a Nazaret, il paese dov'era cresciuto, “secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere”. E Luca aggiunge: dopo che Gesù aveva commentato il passo di Isaia e si era seduto “gli occhi di tutti erano fissi su di lui”. Merita notare che Gesù, dopo esserSi guadagnato l'attenzione dei presenti, fa una solenne e chiara proclamazione evangelica: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”. Quanto avete sentito dire dal profeta Isaia, è qui davanti a voi, si sta compiendo per voi. C'è un rapporto profondo tra l'attenzione che si fissa su Gesù e la capacità di osare affermare poi il senso ultimo della Parola proclamata da Isaia a tutti i profeti, come facendo sintesi di tutto il primo Testamento. Come dovessimo imparare a dire, da cristiani, l'importanza di ciò che pure va detto e spiegato, nel modo giusto e al tempo opportuno. C'è modo e modo per affermare certi principi, alcune grandi verità di carattere teologico e morale. Spesso le riaffermiamo dando per scontato il loro legame col principio che le ha generate e che le giustifica. È una nota di metodologia dell'annuncio e dell'evangelizzazione che non va elusa. Perché ciò che davvero urge e non costituisce mai un problema è entrare in consonanza con Gesù, sapendo andare a Lui, tenendo lo sguardo fisso su di Lui. Poi vengono tutte le esortazioni e le spiegazioni che riterremo necessarie.

“Fissato lo sguardo su di lui”
Del resto, questo è propriamente anche lo stile che Gesù per primo (?) metteva in atto. L'episodio dell'incontro tra Gesù e un giovane, o un tale come dice Matteo, o un notabile come nota Luca, potrebbe essere particolarmente significativo. Se ci atteniamo ad esempio alla redazione di Marco (10,17-22), si dice che questo giovane correndo verso Gesù si getta ai Suoi piedi e Gli chiede cosa deve fare per avere la vita eterna. Gesù dialoga volentieri con lui, ma prima di invitarlo a fare un salto di qualità nella sua vita, decidendo di seguirLo praticando un vero e proprio atto di spogliamento di sé con la rinuncia dei suoi beni, il Vangelo nota che “Gesù, fissato lo sguardo su di lui, lo amò”. Attraverso il guardare, il fissare lo sguardo, Gesù vuole comunicare in modo più diretto e più profondo con quel giovane, desiderando che quello si senta visto. Si senta notato, preso in seria considerazione. Un'esperienza che anche ciascuno di noi ritiene straordinaria e decisiva per sé, soprattutto se avviene davvero e abbiamo la grazia di provarla. Sentire d'essere conosciuto e apprezzato nell'intimità del proprio cuore ci immette nella pace, in una serenità che non ha prezzo. Perché mentre l'uomo è portato a guardare anzitutto all'esteriorità di una persona, deducendo da quella giudizi e valutazioni, il Signore “guarda il cuore” (cf. 1Sam 16,7) e a quello anzitutto Si attiene. Gesù ci guarda dentro e vede che sotto tanta cenere c'è ancora del fuoco. E così soffia su quella cenere perché subito appaia la brace e arda il cuore, arda di amore.

“Lo spirito del Signore è su di me”
E c'è una ragione profonda che spiega il fascino e di Gesù. L'episodio evangelico odierno lo fa trasparire con evidenza. Si tratta dello Spirito santo. Luca comincia col notare che “Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito”, giungendo poi a farne una proclamazione molto precisa e solenne nella citazione di Isaia che Gesù commenterà nella sinagoga: “lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l'anno di grazia del Signore”. Tutto ciò che Gesù compie, tutto ciò che Gesù dice è come pervaso da una forza che lo rende amabile e affascinante: lo Spirito santo che lo ha generato, lo Spirito santo che Lo avvolge e Lo conduce. Lo Spirito santo che è lo fa esultare e gli mette sulla bocca parole divine, parole d'amore. E noi come sapremmo rispondere a chi si dovesse rivolgere a noi come un giorno alcuni greci si sono rivolti all'apostolo Filippo dicendo: “Vogliamo vedere Gesù” (Gv 12,21)? Certo, cercheremo di creare un collegamento, una relazione con Gesù. Ma con l'aiuto dello Spirito santo che solo ci suggerirà le parole, ci farà intravvedere le modalità più convincenti. Perché tutto ciò che di bello avviene nel mondo, come bello è Gesù, è sempre opera dello Spirito santo. Vieni Spirito Santo, vieni ad insegnarci come ridire ancora nel mondo che Lo invoca, il nome santo di Gesù, nostro Salvatore.

 

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