TESTO Commento su Luca 2,22-35
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29 Dicembre - V giorno fra l'Ottava di Natale (29/12/2003)
Vangelo: Lc 2,22-35
Simeone ha aspettato tutta la sua vita il compimento della promessa del Dio di Israele, ha consumato i suoi occhi nella flebile penombra del Tempio aspettando di vedere ciò che ostinatamente voleva credere. E il tempo gli era scivolato addosso nei gesti abitudinari di piccole devozioni che lo portavano verso il Tempio, anno dopo anno. Ora, vecchio e stanco, Simeone sale un'ultima volta al Tempio e tutto accade. Simeone vede ciò che gli altri ignorano, il suo sguardo si ferma su quel bambino così simile a tutti e su quella giovane coppia di paesani del Nord e vede. Vede col cuore, vede di colpo che i suoi lunghi anni di attesa trovano un'inatteso approdo. Ora è sazio, ora sorride, il tempo si è compiuto, va tutto bene, può lasciare questa terra. Sì amici, la nostra vita è un'attesa, una lunga attesa. Abbiamo investito tutto sul vangelo, vi abbiamo scommesso e può accadere - e accade - di avere l'impressione di esserci sbagliati, di avere sperato invano, di avere investito male le nostre speranze e i nostri sogni. Ma poi accade: bastano cinque minuti per dare luce alla vita, cinque minuti per vedere e capire e gioire. Cinque microscopici minuti per saziare il cuore. Amici anziani in ascolto, avete un patrono, Simeone, il santo dell'attesa; amici giovani, impariamo da Simeone a diventare uomini e donne che sanno aspettare...
Simeone ci insegna, Maestro, ad attendere la salvezza, a gettare il cuore oltre l'ostacolo, perché bastano cinque minuti per dare senso a tutta una vita!