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TESTO Commento su Is 40,1-5.9-11; Sal 84; 2Pt 3,8-14; Mc 1,1-8

CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)  

II Domenica di Avvento (Anno B) (06/12/2020)

Vangelo: Is 40,1-5.9-11; Sal 84; 2Pt 3,8-14; Mc 1,1-8 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 1,1-8

1Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.

2Come sta scritto nel profeta Isaia:

Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:

egli preparerà la tua via.

3Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri,

4vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. 5Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 6Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. 7E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

Il periodo di Avvento ci viene proposto come preparazione alla venuta del Signore che si incarna in una donna per la nostra salvezza. Grande momento per l'uomo per rivedere il percorso della propria vita e ripulirla da tutto ciò che non è perfetto e lasciarla libera per il Cristo che scende fra noi.

Nella liturgia di domenica scorsa il profeta Isaia invitava l'uomo a camminare nella luce del Cristo, per poter ascoltare la sua Parola e lo stesso Gesù nel vangelo ci invitava a vegliare per accogliere il Signore quando verrà, al tempo che noi non conosciamo.

L'avvento è un periodo di attesa della venuta del Signore nella storia di ogni uomo e di tutta l'umanità, tempo da vivere nella gioia e nella speranza
Vivere l'avvento significa anche preparare la nostra anima pronta ad accogliere quel Gesù che viene, scende dal cielo per incontrarsi con ciascuno di noi e questo incontro ci darà la possibilità di cambiare la nostra esistenza, ci renderà capaci di seguirlo e di camminare nelle sue vie.

Nella seconda domenica di Avvento, la liturgia ci invita alla conversione necessaria per accogliere

il Cristo che viene nel mondo per cambiare il corso della storia.

Giovanni Battista dona al popolo la speranza annunciando il Cristo che viene.

Nella prima lettura, tratta dal libro di Isaia, il profeta incita a preparare le vie del Signore, consolate il mio popolo, dice il Signore, parlate al cuore di Gerusalemme, ditegli che la sua tribolazione sta per finire, le sue colpe sono scontate; nel deserto una voce grida di preparare le vie al Signore, quando tutto sarà appianato annuncia alle città di Giuda che il Signore nostro Dio viene con il suo braccio potente, ma conduce con tenerezza il popolo come un pastore dirige le sue pecore, le raduna, porta sul cuore gli agnellini e conduce dolcemente le pecore madri.
Preparare la strada non è facile, occorre una lunga preparazione, la conversione deve avvenire gradatamente, per poter essere pronti a ricevere il Cristo che viene.

Con il ritornello del salmo responsoriale, tratto dal salmo 84/85, “Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza”, il salmista esorta ad ascoltare il Signore, egli annuncia la salvezza e la pace per il suo popolo ed i suoi fedeli; la sua salvezza è vicina a chi lo teme e la sua giustizia scenderà ad abitare la nostra terra.

Nella seconda lettura, tratta dalla seconda lettera di San Pietro, l'apostolo ricorda che si deve tener presente che di fronte al Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni sono come un giorno solo. Il Signore ha tempi diversi per ciascuno, è magnanimo, perché vuole che tutti possano pentirsi e si possano salvare. Il giorno del Signore verrà come un ladro, allora avverrà il battesimo di fuoco, tutto sparirà, la terra non esisterà più. Tutto questo dovrà avvenire. Infatti noi attendiamo, come lui ci ha detto, cieli nuovi e una nuova terra in cui abita la giustizia. Perciò, carissimi, comportatevi bene, fate in modo che il Signore vi trovi nella pace, senza colpa alcuna.

L'apostolo Marco nel vangelo ci presenta Giovanni Battista che battezza tutti coloro che si presentano a lui; Giovanni battezza con acqua, ma con la sua predicazione prepara la venuta del Signore e preannuncia il battesimo che sarà istituito da Gesù, che sarà invece di Spirito Santo.
Giovanni, il Battista, arrivato nel deserto della Giudea predicava a tutti gli uomini di convertirsi perché il regno dei cieli era vicino. Moltissimi uomini arrivavano da Gerusalemme, dalla Giudea e da tutto il territorio in cui si estendeva il fiume, per farsi battezzare e confessavano i propri peccati immergendosi nel Giordano.
Significativa la persona di Giovanni quale precursore del Cristo. Giovanni vive nel deserto e predica per preparare la venuta del Signore, anch'egli è un personaggio voluto da Dio: è nato, infatti, da una donna sterile e già in tarda età, la sua vita è stata concepita per annunciare ai popoli la venuta del Cristo.
Già il profeta Isaia aveva parlato di Giovanni chiamandolo “Voce che grida nel deserto”.
Giovanni non si presenta come un personaggio simpatico, accattivante, egli ha scelto il deserto per la predicazione, non il tempio grande e luminoso, si veste di pelli di animali, non si presenta con vesti suntuose, ma vive nella semplicità più assoluta, si nutre di miele e cavallette, dieta che nessuno oggi vorrebbe seguire, ma tutto ciò fa intravvedere anche a noi oggi che solo con il cuore libero da tutto ciò che è esteriore si entra in relazione autentica con il Signore.
Preparare le vie al Signore che viene significa liberare il cuore per accoglierlo e poterlo ascoltare, per seguirlo nella nostra vita quotidiana.
Giovanni non si mette in piazza, ma si nasconde, aspetta che siano gli uomini ad andarlo a cercare per ascoltarlo.
Tutti sappiamo che ogni uomo ha un progetto da realizzare per arrivare alla salvezza, ma spesso ce ne dimentichiamo o più ancora pensiamo di non essere all'altezza di essere profetici per chi ci sta intorno e ci ascolta.
Siamo cristiani perché crediamo in Dio uno e trino, spesso però nella nostra vita quotidiana non ci comportiamo quali testimoni di quel Gesù in cui diciamo di credere, è importante non solo credere e praticare, ma essere testimoni plausibili.

Per la revisione di vita di coppia e di famiglia:
- L'Avvento è per noi un periodo in cui ricercare la “conversione” della nostra anima o piuttosto sono solo quattro settimane che precedono la grande festa della nascita del Salvatore?
- Per noi “convertirsi” significa voltarsi indietro per rivedere la propria vita e con umiltà cercare di eliminare i nostri piacevoli “no”, facendo il proposito di migliorarci e crescere nella conoscenza della Parola unica che ci aiuterà veramente a cambiare?
- L'apostolo Pietro ricorda che i tempi di Dio non sono i nostri tempi, il giorno del Signore verrà come un ladro: certi di questa realtà conduciamo una vita cristiana tale da essere pronti quando saremo chiamati a vivere eternamente in lui?
- Giovanni Battista, precursore del Messia, predica la sua prossima venuta, ma noi crediamo veramente che quel “bambino” è il Figlio di Dio, il salvatore dell'umanità?
- Siamo capaci di ascoltare e di imitare chi testimonia il Cristo con il proprio quotidiano?

Gianna e Aldo - CPM Genova

 

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