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TESTO Commento su Luca 2,1-14

Paolo Curtaz  

Natale del Signore - Messa della Notte (25/12/2003)

Vangelo: Lc 2,1-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 2,1-14

1In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. 4Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. 5Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. 6Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.

8C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, 10ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. 12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». 13E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:

14«Gloria a Dio nel più alto dei cieli

e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

"Per voi è nato un Salvatore!" I pastori, increduli, ascoltano quanto dice loro un angelo. "Per voi", sottolinea l'angelo, ammiccando. Non per gli altri, non per il rabbino che sta ronfando nel suo letto, né per i pii ebrei di Betlemme che non hanno saputo preparare un letto per una partoriente, né per il Sommo sacerdote e gli scribi che conoscono bene la Scrittura e sanno che Betlemme è la città di Davide. No, da ridere, al solito. I privilegiati di Dio sono i pastori: rozzi, affaticati dalle lunghe e gelide notti di Palestina, rassegnati a compiere un lavoro sgradevole e visto con sospetto. I pastori ladri perché spesse volte sconfinavano alla ricerca di qualche zolla di dura erba per le loro pecore; pastori bugiardi al punto che era vietato loro testimoniare nei tribunali. No, loro non se l'aspettavano proprio il Messia; sì certo, nei ricordi da bambini si ricordavano della lunga lettura del rotolo di Isaia al sabato nella sinagoga, e dell'atteso dal popolo, colui che avrebbe ridonato lustro al Regno di Israele, al nuovo re Davide che avrebbe cancellato l'onta della dominazione romana sul popolo prescelto dal Dio dei padri come luce per le nazioni. Bello, certo, ma per gli altri, non per loro bastonati dalla vita e glissati alle sponde della società.E invece, che ridere, proprio loro sono i primi testimoni. Me lo vedo Dio che si diverte a scompaginare le cose tutte belline ed equilibrate previste dalla storia ufficiale del buon senso. No: i pastori dovranno dire all'umanità questa semplice e insostenibile notizia: Dio è. Meglio: Dio c'è. Anzi: Dio è qui, piange, avrà fame, la mamma lo accosta all'acerbo seno adolescenziale e lo nutre.
Buon Natale, di cuore, lasciatevi amare.

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