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TESTO Commento su Giovanni 1,1-18

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Natale del Signore - Messa del Giorno (25/12/2020)

Vangelo: Gv 1,1-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

2Egli era, in principio, presso Dio:

3tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

4In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

5la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

6Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

9Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

10Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

11Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

12A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

13i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

14E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

15Giovanni gli dà testimonianza e proclama:

«Era di lui che io dissi:

Colui che viene dopo di me

è avanti a me,

perché era prima di me».

16Dalla sua pienezza

noi tutti abbiamo ricevuto:

grazia su grazia.

17Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,

la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

18Dio, nessuno lo ha mai visto:

il Figlio unigenito, che è Dio

ed è nel seno del Padre,

è lui che lo ha rivelato.

COMMENTO ALLE LETTURE

Commento a cura di don Paolo Ricciardi

Come sole che sorge dall'alto il Salvatore è venuto a visitarci.

Nella notte santa appena trascorsa, quando ancora le tenebre ricoprivano la terra, egli è nato, è venuto tra noi.

In questo Natale particolare, come particolare è stato tutto questo anno, Dio viene. Al di là dell'ora in cui si è celebrata la messa, che siano le 18, le 19, o le 20, invece che a mezzanotte, Egli è venuto nella notte dell'uomo e del mondo. È nato nella mia notte.

Sì, tra i miei timori, le mie angosce, lo smarrimento del momento, Gesù viene.

E noi, come i pastori di Betlemme, siamo accorsi alla grotta, per scoprire l'evento annunciato dal canto degli angeli. Entrati, siamo rimasti stupiti dell'immagine che si è presentata ai nostri occhi: una giovane coppia, un bambino in una mangiatoia, alcuni animali. Niente di più semplice e di più povero. Dio nasce nel disagio per dirci che non si ferma davanti ai nostri disagi, ma vi entra dentro.

Ecco allora che arriva forte l'annuncio del profeta Isaia: “Regna il tuo Dio”! Oggi, su questo nostro mondo segnato dalla morte, come già un tempo sui monti umiliati di Giuda, risuona finalmente un annuncio di gioia.

Un messaggero - come abbiamo letto nel libro di Isaia - viene da lontano, da Babilonia, per annunciare il ritorno degli esuli. Erano partiti cinquant'anni prima nel pianto e nell'angoscia, adesso tornano nella gioia. L'annunciatore viene chiamato "evangelizzatore" e il suo messaggio è racchiuso in tre brevi parole: pace, bene, salvezza.

Il lieto annunzio, cioè il "vangelo", si riassume in questa semplicissima espressione rivolta a Gerusalemme: "Regna il tuo Dio".

Tutto qui: ormai non è più Nabucodonosor che impone il suo giogo su Israele. Non è il male, non è il potere del mondo, non è la logica del profitto, non è un virus qualunque che regna, ma Dio!

E dove regna Dio? Risponde l'evangelista: "Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità".

L'evangelista Luca ci aveva raccontato come è nato Gesù. A distanza di anni, san Giovanni, che scrive verso la fine del primo secolo, quindi a quasi cento anni dalla nascita del Salvatore, non ci dice più come è nato, ma vuole andare “al principio”, vuole dirci “perché” è nato. Per entrare nella nostra carne. La “carne” ossia la fragilità umana, la nostra corporeità, il nostro essere mortali, diventa il “luogo” dove regna Dio, la presenza del Verbo di Dio, la rivelazione della gloria di Dio.

È la nostra umanità concreta che accoglie il Signore. Egli diventa uno di noi.

La Luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta! Questo è il messaggio forte di questo Natale 2020! La Luce di Dio vince le nostre tenebre, regna su di noi!

Il suo Amore non è “etereo, celeste, disincarnato”; al contrario: è tangibile, terreno, Incarnato. Questo è il senso del Natale.

Avevamo bisogno che Dio venisse a regnare in mezzo a noi per poter sperare in un mondo nuovo. In Gesù di Nazaret, finalmente vediamo Dio nel volto dell'uomo. Sì, in Lui intravediamo il volto misterioso di Dio e, nello stesso tempo, riconosciamo il volto perfetto dell'uomo.

Qualcuno potrebbe obiettare: ma cosa ha veramente portato la nascita di Cristo? In fondo non è cambiato nulla, ci sono sempre le guerre, i cataclismi, le malattie, le epidemie come questa pandemia che sta mettendo in difficoltà tutto il mondo. Cosa ha portato Gesù?

È vero, siamo immersi in un mondo malato e sembra non sia cambiato nulla. In realtà è cambiato tutto, perché da quell'evento di Betlemme di più di 2000 anni fa, è entrato Dio. Gesù ci ha portato Dio, a condividere nella nostra carne la nostra umanità e a illuminarla da dentro.

La festa del Natale - quest'anno priva di tanti elementi che ci mancano un po' - non è una bella emozione da bambini che attendono il regalo sotto l'albero fatto di luci intermittenti. Forse proprio in questo Natale particolare noi potremo andare all'Essenziale, a vedere ciò che conta veramente, a incontrare Dio, a ritrovare quella speranza che è una virtù che viene da Lui.

La speranza cristiana non è un semplice: “Tutto andrà bene!”... La speranza cristiana ci fa dire: “Tutto è già andato bene!” Se un Bambino è nato per noi, tutto è già andato bene.

Siamo in cammino, allora, illuminati da questa Luce... Non è un Natale “sottotono”, quasi “sprecato”, “da dimenticare”. Può essere, se lo vogliamo, un Natale vero, pieno, splendido! Il Natale che ci riporta all'Essenziale, a Dio!

 

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