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TESTO Commento su Giovanni 5,33-39

don Michele Cerutti

III domenica T. Avvento (Anno B) (29/11/2020)

Vangelo: Gv 5,33-39 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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33Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. 34Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. 35Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.

36Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. 37E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, 38e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. 39Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me.

Nella prima domenica di Avvento la parola chiave che abbiamo meditato è stata vigilare, mentre domenica scorsa siamo stati esortati a convertirci. Questa domenica siamo esortati attraverso Paolo alla dimensione della gratitudine.
Sì, perché il cristiano è chiamato a respirare il profumo di Cristo e a esserne a sua volta portatore nel mondo.
Una responsabilità grande ci viene riconosciuta e che abbiamo il compito di portare avanti con coraggio.
Paolo lo afferma ad una comunità come quella che è in Corinto a cui l'apostolo aveva già scritto una lettera, ma è chiamato ora a mettere in guardia quella Comunità perché alcuni mettono in dubbio la sua autorità spargendo i soliti pettegolezzi atti a screditarlo.
Il richiamo è dato anche a noi e alle nostre comunità molto spesso soffochiamo con il pettegolezzo e la chiacchera il profumo di Cristo sparso nel mondo con gli eventi della sua incarnazione, morte e risurrezione.
Paolo ci mette in guardia da questo rischio e né consapevole e dobbiamo consapevolizzarci anche noi dei danni che la lingua inevitabilmente porta nelle nostre comunità creando un vero e proprio scandalo.
Vincere questo male mettendoci davanti a Dio prima di tutto con quella gratitudine con cui l'apostolo si esprime all'inizio di questo brano. Sì Dio diventa carne per camminare insieme con noi e davanti a un amore così grande, a cui ci stiamo preparando ad incontrare nel mistero di Natale, ci viene chiesto di mettere in secondo piano tutto quello che crea divisione e spaccature.
Gratitudine che possiamo vivere con l'esempio del popolo di Israele che, come vediamo nel brano biblico tratto da profeta Isaia è chiamato a vivere il ritorno dall'esilio babilonese guardando alla propria storia e rendersi consapevole che Dio è rimasto sempre fedele alla sua Alleanza e prepara questo popolo all'arrivo di un Messia.
Sì in Gesù Cristo si realizza veramente il Dio fatto carne che è venuto ad abitare in mezzo a noi.
Il rischio che possiamo correre è la durezza di cuore tipica dei farisei, grandi conoscitori della legge, ma poi davanti alla novità di Gesù non sono in grado di riconoscere che è il Figlio di Dio.
I grandi conoscitori della Legge e della Scrittura si trovano davanti al Maestro con tutte le loro incapacità nel comprenderne la figura.
L'annuncio di Gesù differisce da quello del Battista perché questi era solo un profeta.

Il Maestro parla perché è Dio e vive in stretta intimità con il Padre. Questo è il tema dominante del Vangelo di Giovanni il mettere in evidenza la stretta unione in Dio Trinità.
Questi versetti mettono a nudo questa incapacità dei farisei, ma rischiamo di caderci anche noi nel saper leggere la Scrittura senza una vera interpretazione cristiana.
Siamo discepoli di Gesù ma molto spesso viviamo senza spandere quel profumo di cui ci parla Paolo e non lo riusciamo a intravvedere nella nostra storia presi come siamo dalle nostre preoccupazioni.
Quello che sembra proporci questa Parola è proprio cercare di cambiare stile e vivere la fede di più nella dimensione della gratitudine per quello che Dio compie nella nostra vita anche quando sembra stia attraversando momenti difficili il Signore fissa una strada per ciascuno di noi.
Il cammino di Avvento deve passare attraverso la dimensione del grazie anche oggi anche nel tempo di pandemia e di scoraggiamento che stiamo vivendo cercando qualcosa per rendere più autentica la nostra gratitudine.

 

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