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TESTO Il talento è il creato, dono di Dio.

padre Paul Devreux

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (15/11/2020)

Vangelo: Mt 25,14-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: 14Avverrà infatti come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. 15A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito 16colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. 17Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. 18Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. 19Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. 20Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. 21“Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. 22Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. 23“Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. 24Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. 25Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. 26Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; 27avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. 28Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. 29Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. 30E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.

Forma breve (Mt 25,14-15.19-21):

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: 14Avverrà infatti come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. 15A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. 19Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. 20Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. 21“Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:«Avverrà infatti come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni.
Gesù sta parlando della vita della chiesa, dopo la sua ascensione. L'uomo che parte è lui, che va in cielo. I servi siamo noi ma, attenzione, per servo s'intende un collaboratore, un socio, quasi un figlio, non uno stipendiato. Per esempio Maria è detta serva del Signore.

A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Un talento è una cifra enorme. Infatti Gesù ci lascia tutto. Lui ha lavorato tanto per rivelarci il volto di Dio Padre e per proporci un mondo nuovo, basato sulla fratellanza e sul servizio. A noi consegna tutto il creato e questo progetto. Poi se ne va, lasciandoci piena libertà per attuarlo. A ognuno consegna questo mondo e la vita. Sono doni che posso usare in tanti modi. I talenti non sono le mie capacità, ma la creazione stessa, nella quale posso fare qualche cosa in base alle mie capacità.

Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due.
Due si mettono subito al servizio del regno e lo fanno fruttare. Qualsiasi lavoro che faccio, se lo vivo come un servizio, è un gesto di amore per l'umanità. Ma anche le esperienze negative possono diventarlo. Per esempio il peccato, quando capisco che ho sbagliato e ho fatto del male, posso testimoniarlo per mettere in guardia gli altri. Anche l'esperienza di sofferenza è la via migliore per capire chi soffre e sapere come aiutarli. Si tratta di fare in modo che tutti possano scoprire che questo mondo è una manifestazione dell'amore di Dio.

Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Peccato! Ha rinunciato a una bella occasione.

Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele - gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele - gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Qui capiamo che questo padrone è Dio dal fatto che non vuole niente indietro, anzi, è pronto a darci ancora di più. Il regalo più importante è prendere parte alla gioia del padrone, sentirsi in comunione con Dio. Il suo voler regolare i conti è solo per vedere se ho accolto il suo dono con entusiasmo. E' come se ti regalo un giocattolo e poi vengo a domandarti se ti è piaciuto. Se scopro che non l'hai neanche aperto, ci rimango male.

Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Che tristezza. Non riuscire a vedere in Dio un Padre; eppure capita a molti. Signore pietà. Abbi pietà di me, per quando ho parlato di te come di una persona dura ed esigente, di cui avere paura.

Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».
Ma io chi sono di questi tre? Dipende dai giorni. Sono tutti e tre. L'importante è che prenda sempre più coscienza che l'unica cosa che dà veramente gioia, più di quanto ricevo dal Signore, è ciò che riesco a dare.

Buona domenica.

 

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