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TESTO Commento su Matteo 5,1-12

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Tutti i Santi (01/11/2020)

Vangelo: Mt 5,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 5,1-12

In quel tempo, 1vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:

3«Beati i poveri in spirito,

perché di essi è il regno dei cieli.

4Beati quelli che sono nel pianto,

perché saranno consolati.

5Beati i miti,

perché avranno in eredità la terra.

6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,

perché saranno saziati.

7Beati i misericordiosi,

perché troveranno misericordia.

8Beati i puri di cuore,

perché vedranno Dio.

9Beati gli operatori di pace,

perché saranno chiamati figli di Dio.

10Beati i perseguitati per la giustizia,

perché di essi è il regno dei cieli.

11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.

COMMENTO ALLE LETTURE
Commento a cura di Giuseppe Di Stefano

L'ANELLO DELLA SPOSA

Oggi la Chiesa celebra in un'unica festa i meriti e la gloria dei santi, uomini e donne che attraverso le lunghe e alterne stagioni della storia hanno saputo conservare «sino alla fine» (Mt 10,22; 24,13) il gusto della vita e il proprio inconfondibile sapore: «Voi siete il sale della terra», e ancora: «Voi siete la luce del mondo» (5,13.14). La liturgia ci indica e ci mostra come questa sintesi non sia possibile, se non a partire da una realtà di base di cui siamo chiamati a prendere coscienza, per esserne sempre più consapevoli: «Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!» (1Gv 3,1). Non si può comprendere la storia e, soprattutto, non si può comprendere la storia della santità se non a partire da questo amore preveniente e fondante, che fa di ciascuna creatura un'opera unica di Dio.

Un amore, quello di Dio, che rende coloro che lo accolgono, simili a lui, imprimendo in essi il suo sigillo. E il sigillo che permette di essere riconosciuti come appartenenti al nostro Dio è proprio quello delle beatitudini che, come un anello sponsale, ci viene offerto quale programma di vita da cui non possiamo più separarci e che nulla può imbrattare o imbruttire: essere felici è essere santi!

Le beatitudini, che possiamo riassumere in tre parole (gioia, semplicità e misericordia), non sono semplicemente l'elenco di categorie di persone in cui possiamo più o meno ritrovarci personalmente o come gruppi. Le beatitudini sono l'anello che portiamo continuamente al nostro anulare, la cui pietra preziosa nelle sue luminose sfaccettature, attestano a noi stessi e agli altri «ciò che saremo» nella misura in cui già lo siamo: Cristo ci servirà; ci mostrerà il suo volto luminoso e il suo corpo glorioso con i segni della fedeltà e dell'amore. Guarderemo anche tutti i corpi gloriosi con tutti i segni dell'amore con i quali hanno servito Dio fin dal principio del mondo... I nostri cuori viventi si infiammeranno di un amore ardente per Dio e per tutti i santi, per tutti i nostri fratelli e sorelle in umanità.

Signore Gesù, oggi la Chiesa non celebra un'irraggiungibile perfezione. Oggi è festa perché tu, lo Sposo, ci scegli uno per uno, ci ami e noi siamo per te, chiamati a lasciar ardere con amore fiducioso, la scintilla della nostra vita, in comunione con chi ci ha preceduto e con chi oggi, con noi, cerca la tua luce, in una scia santa e luminosa! Sei tu lo sposo dell'umanità, Signore Gesù!

 

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