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TESTO Commento su Giovanni 6,37-40

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Commemorazione di Tutti i Fedeli Defunti (Messa I) (02/11/2020)

Vangelo: Gv 6,37-40 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 6,37-40

37Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, 38perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. 39E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. 40Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

Carissimi bambini nella lingua italiana abbiamo delle parole che si scrivono e si pronunciano allo stesso modo ma che a seconda se sono precedute da un articolo femminile o maschile singolare hanno significati diversi. Facciamo qualche esempio: il capitale e la capitale. Che cos'è il capitale? È una somma di denaro. La capitale è invece il centro dove si svolge l'attività governativa; altro esempio: il fronte e la fronte. Il fronte è la linea di schieramento degli eserciti che si contrappongono; la fronte è la parte superiore del viso. Altro esempio: il rosa e la rosa. II rosa è il colore, la rosa è il fiore. Oggi vi voglio presentare un ulteriore esempio: il fine e la fine.

Il fine vuol dire lo scopo, l'obiettivo che si vuole raggiungere; la fine vuol dire il termine, la cessazione di una realtà.

La bella notizia che ci ha portato Gesù è che la vita nostra ha un fine ma non una fine...

cioè siamo creati a immagine e somiglianza di Dio, siamo fatti per amare e quando moriamo in realtà noi iniziamo una nuova vita, la vera vita. Gesù quando parla della sua morte non la chiama mai così; Egli parla di ritornare dal Padre. Oggi celebriamo il ricordo di tutti coloro che ci hanno preceduti e che sono ritornati alla casa del PADRE. Quando si ritorna di solito si è felici e contenti perché si rivedono le persone che si erano lasciate. Insomma dire che la nostra vita ha un fine e non una fine è affermare che la vita ha senso, vale la pena vivere e vivere fino in fondo, in pienezza. La vita non finirà mai ma sarà trasformata. Durante una delle preghiere prima della consacrazione del pane e del vino il sacerdote tra poco dirà: “Ai tuoi fedeli Signore la vita non è tolta ma trasformata”.

Noi in questo giorno ricordiamo i morti proprio perché essi sono ancora vivi. Noi attraverso i sacramenti, soprattutto nella Santa Messa siamo in comunione con loro; loro pregano per noi e noi preghiamo per loro; siamo tutti connessi. Il bene di ognuno va a vantaggio di tutti (così come il male di ognuno ferisce tutti). Il Signore vuole veramente che tutti ci salviamo perché vuole a tutti dare la vita e darla in abbondanza. Il fatto di essere tutti collegati è indicato nel Catechismo della Chiesa Cattolica ( il libro ufficiale che presenta i sintesi ciò che la Chiesa crede) con il nome “comunione dei santi” (CCC 1475):

Nella comunione dei santi «tra i fedeli, che già hanno raggiunto la patria celeste o che stanno espiando le loro colpe nel purgatorio, o che ancora sono pellegrini sulla terra, esiste certamente un vincolo perenne di carità ed un abbondante scambio di tutti i beni». In questo ammirabile scambio, la santità dell'uno giova agli altri, ben al di là del danno che il peccato dell'uno ha potuto causare agli altri. In tal modo, il ricorso alla comunione dei santi permette al peccatore contrito di essere in più breve tempo e più efficacemente purificato dalle pene del peccato.

Che consolazione sapere che il bene fatto dagli altri e anche fatto da noi ha molto più peso e influsso del male che abbiamo potuto compiere.

Oggi ogni sacerdote può celebrare tre messe per pregare più intensamente per coloro che sono ritornati a Dio. In una di queste si legge il Vangelo di Giovanni (Gv 6,37-40). Gesù dice queste parole: “Io sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà ma la volontà di colui che mi ha mandato è la volontà di colui che mi ha mandato è questa che io non perda nulla di quanto Egli mi ha dato ma lo risusciti nell'ultimo giorno.”

Ogni volta che facciamo il bene noi sperimentiamo un anticipo di risurrezione, cioè di vita,

Gesù vuole che nessuno si perda; quindi prima di tutto dobbiamo cercare di non perderci. Questo significa che noi dobbiamo cercare di seguire nel quotidiano nella vita di tutti i giorni il bene che ci viene suggerito di momento in momento così facendo avremo la possibilità di non andare perduti e poi saremo di esempio anche agli altri e li aiuteremo a non perdersi.

Siamo spesso tentati di comportarci bene soltanto se siamo controllati da qualcuno ma quando siamo soli e il genitore o l'insegnante o chi per lui non ci controlla, ci sentiamo che possiamo dare sfogo a tutte i nostri capricci senza pensare alle conseguenze negative che sicuramente seguiranno le nostre azioni malvagie.

Il male produce sempre male e il bene produce bene Non è che Dio ci castighi. Se noi facciamo il male, il male stesso produce altro male e Gesù questo non lo vuole per noi. Ecco perché abbiamo quella vocina da seguire che ci indica dov'è il bene e che dovremmo seguire anche qualora nessuno ci controlli.

In questo nostro percorso verso il cielo facciamoci ispirare e aiutare dai santi.. La chiesa ce li presenta un giorno prima della memoria dei morti proprio per fomentare in noi il desiderio della patria.

Cercate in questa settimana di leggere la storia di uno di loro, potrebbe essere il santo del nome che portate o del quartiere in cui abitate etc,,

Ora continuiamo questa nostra celebrazione facendo memoria dei nostri cari defunti.

Preghiamo per loro e chiediamo a loro di pregare per noi perché un giorno possiamo tutti insieme cantare le lodi del Signore.

 

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