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TESTO Commento su Is 45,1.4-6; Sal 95; 1Ts 1,1-5; Mt 22,15-21

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XXIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (18/10/2020)

Vangelo: Is 45,1.4-6; Sal 95; 1Ts 1,1-5; Mt 22,15-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 22,15-21

In quel tempo, 15i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come coglierlo in fallo nei suoi discorsi. 16Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. 17Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». 18Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? 19Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. 20Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». 21Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

Le letture di questo giorno si può dire che siano molto conosciute soprattutto il brano del vangelo di Matteo nel quale vi sono molteplici elementi di riflessione scendendo in profondità sotto la prima impressione direi “politica” della risposta di Gesù ai farisei.
Intanto la risposta iniziale di Gesù mette in pratica le parole che disse altrove: “siate prudenti come serpenti.”
Egli non si lascia ingannare dall'atteggiamento apparentemente lusinghiero e rispettoso dei suoi interlocutori anzi ancor più non si lascia ingannare da un suo sentimento di compiacimento per il finto riconoscimento delle sue capacità da chi egli sa che lo osteggiano in tutti modi e sono lontanissimi dallo spirito che egli predica.
Egli guarda al cuore dell'uomo, al suo aderire in profondità allo spirito della sua predicazione che si rivela con l'operare più e non solo con il dire, dunque senza parole subdole e finte anzi a volte con parole apparentemente contrarie e ribelli ma dettate dall'emozione del momento e poi annullate dalla concretezza dell'operare, come abbiamo visto nella parabola del padre che manda i figli a lavorare nella vigna.
L'operare concreto è cosi importante per realizzare la fede che Gesù avanza ancora in tal senso dando dignità alla vita quotidiana e direi alla politica collocando al giusto posto il denaro e ciò che esso rappresenta apparendo forse con la sua risposta incurante della giusta rivendicazione di libertà del suo popolo.
Questa lezione ci risulta con gli occhi della storia difficile da accettare, spesso sentendoci autentici ed impegnati quando di fronte alle ingiustizie auspichiamo o per alcuni addirittura partecipiamo alle varie rivoluzioni più o meno cruente ma spesso animate da spirito vendicativo.
E purtroppo anche la Chiesa si è lasciata a volte guidare durante la sua storia da questa volontà di vendetta e di difesa cruenta di veri o presunti diritti.
Probabilmente potremmo, e già è stato fatto, spendere molte parole a difesa e a favore di questa riflessione, ma credo che più delle parole possano le testimonianze concrete di uomini e donne che hanno saputo reagire all'ingiustizia patita in prima persona e patita dal loro popolo con l'operosa non violenza e la capacità di rispondere con le opere in umiltà e verità al richiamo del Padre ad operare nella vigna del mondo e a dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio

Gandhi: “ L'assenza di paura non significa arroganza o aggressività. Quest'ultima è in sé stessa un segno di paura. L'assenza di paura presuppone la calma e la pace dell'anima. Per essa è necessario avere una viva fede in Dio.”

Nelson Mandela: “sapevo che l'oppressore era schiavo quanto l'oppresso, perché chi priva gli altri della libertà è prigioniero dell'odio, è chiuso dietro le sbarre del pregiudizio e della ristrettezza mentale. L'oppressore e l'oppresso sono entrambi derubati della loro umanità”

Liliana Segre: “Non ho raccolto la pistola e non ho ucciso quel tedesco perché sarei diventata come lui, invece quel giorno sono diventata la donna libera con la quale ho convissuto sinora”

Domande per la Revisione di Vita
- Sappiamo guardare con occhio puro e ricerca di discernimento la realtà intorno a noi?
- Con quanta costanza cerchiamo lo spirito profondo della nostra fede e non ci accontentiamo delle pratiche esteriori?
- Come riusciamo a mantenere una libertà di giudizio guidata solo dalla coscienza e dalla ricerca attualizzata dello spirito di Dio?

Marinella Gualchi di Torino

 

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