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TESTO Commento su Sap 6,12-16; Sal 62; 1Ts 4,13-18; Mt 25,1-13

CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)  

XXXII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (08/11/2020)

Vangelo: Sap 6,12-16; Sal 62; 1Ts 4,13-18; Mt 25,1-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 25,1-13

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: 1Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. 2Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; 3le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; 4le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. 5Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. 6A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. 7Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. 8Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. 9Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. 10Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. 11Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. 12Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. 13Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.

Filo conduttore delle letture dell'Antico e Nuovo Testamento di questa domenica è la “Sapienza”, oggi purtroppo caduta in disuso perché sostituita dal termine più moderno “intelligenza”, sia questa naturale che artificiale.
Tutti sappiamo che il termine intelligenza è riferito alla capacità di acquisire conoscenze da utilizzare in situazioni nuove, adeguando (o modificando, quando necessario) le strategie individuali alle caratteristiche dei problemi, agli obiettivi perseguiti e ai risultati ottenuti.
Nella Bibbia si racconta che Salomone chiese per sé solo la “Sapienza” e che le venne concesso da Dio, poiché nella spiritualità ebraica il sapiente è il saggio che sa comportarsi adeguatamente nelle più diverse occasioni della vita, poiché conosce la Legge e vive conformandosi ad essa. Ed ecco l'esempio di questa sapienza è nel Re Salomone.
Ci possiamo domandare come far combaciare la parabola delle dieci vergini con la Sapienza, e la risposta è semplice: sta nell'attesa dell'Eterno, ogni giorno.
Un'attesa non passiva, soccombente alla fatalità, ma attiva, costruttiva, vigilante, che passa dall'ascolto, all'azione, ogni giorno.
Un particolare poi della parabola che spesso passa inosservato, ma che fa la differenza, è: “...le sagge, invece, insieme alle loro lampade, presero anche l'olio in piccoli vasi.” La differenza tra i due gruppi di donne (possiamo tradurle con il termine vergini, ragazze...) non è data dal fatto che le prime riescono a stare sveglie e le altre no; infatti il testo riporta: “si assopirono tutte e dormirono.” La differenza è in quei “piccoli vasi di olio”, che le “sagge” hanno provveduto a portare con sé, e che stanno a indicare che la fede (fiducia, credere) deve essere sapiente.
Quindi l'olio quale simbolo dell'amore, dell'attenzione, del chinarsi sul prossimo, ma anche della responsabilità “autorevole” della propria posizione nel contesto sociale laico e religioso.
Una parabola per niente romantica se osserviamo le risposte che danno le vergini sagge alle stolte: “Andate a comprarvelo!”, oppure la risposta del Signore dietro la porta chiusa: “Non vi conosco”...a indicare che, se non si agisce con “sapienza”, il cammino della vita familiare, sociale, religioso, si fa incerto, duro, difficoltoso, incerto, sofferto se non è supportato dall'olio continuo dell'attesa e accoglienza del Signore, il quale si manifesta in carne e ossa nel “prossimo”, accanto e lontano a noi.
Il Signore ci chiama a essere “amore” verso l'altro, ad attenderlo in noi nell'altro, nella relazione, nel confronto, nell'ascolto, magari anche “assopendoci” ogni tanto per la stanchezza umana, ma sapendo che il nostro olio sarà sempre abbondante per aiutarci a restare vigili e alimentare la lampada dell'attesa, grazie a quel “prossimo” che ci richiama continuamente alla coerenza, alla riflessione, alla saggezza nei piccoli gesti quotidiani di carità amore, in famiglia, nella coppia, nella comunità.
Tra quelle dieci lampade delle vergini, sagge e non, però ce ne sono tre che dobbiamo tenere sempre accese: la Fede, la Speranza e la Carità...che potranno rimanere accese solo e sempre con l'olio della Parola di Dio, che è “Sapienza”.
E allora non ci sarà bisogno, al momento dell'incontro con Lui, di esclamare: “Perché, Signore, hai tardato così tanto?!”, ma sarà il momento di esultare, di dimenticare il passato, perché Lui è arrivato, è il Dio con noi, è l'Eterno che ci chiama nella sua luce, nel suo amore di Padre, Figlio e Spirito Santo, senza fine.

Domanda
Come singolo, come coppia, come famiglia, come comunità, il mio comportamento è ispirato alla saggezza, alla prudenza, alla disponibilità, alla vigilanza, attesa attiva, per vivere una vita veramente vissuta nella Parola di Dio?

Claudio Righi

 

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