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TESTO Commento su Luca 10,25-37

Paolo Curtaz  

Lunedì della XXVII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (06/10/2003)

Vangelo: Lc 10,25-37 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 10,25-37

25Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». 26Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». 27Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». 28Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».

29Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». 30Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. 32Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. 33Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. 34Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. 35Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. 36Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». 37Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

Dio è amore, ovvio. Almeno questi duemila anni di cristianesimo a qualcosa sono serviti! Anzi: il nostro mondo parla e strpalra dell'amore: di coppia, tra genitori e figli... Solo che – stringi stringi – ci rendiamo conto che non è semplice davvero capire in che cosa consista davvero l'amore. Così il simpatico dottore della legge fa una delle figure più meschine dell'interno vangelo: lui sa, conosce, sfida Gesù ma appena deve concretizzare resta impantanato, si ferma nelle secche della quotidianità. E Gesù racconta l'amore, l'amore più assurdo, inaudito: un uomo ferito e due devoti che non lo vedono neppure, che tirano diritto pur essendo stati al cospetto di Dio. Tragica farsa dell'essere umano che riesce a costrursi una fede che lo allontana dal fratello! Ma l'inaudito è tutto in quel "invece, un samaritano": un samaritano cioè un nemico, un cane, uno di quelli da sbattere fuori, che vengonoa rubarci il lavoro, si ferma e si prende a carico lo sconosiuto, gratuitamente, senza aspettarsi un premio o un riconoscimento. Ecco l'amore, dice Gesù, saper riconoscere il volto del fratello sempre e comunque, sapere cambiare i programmi della propria giornata sporcandosi le mani del sangue del ferito. E la conclusione tagliente: "non chiederti chi è il tuo prossimo, ma a chi sei disposto a stare vicino?". Splendida meditazione per oggi, amici: non aspettate che sia l'altro ad avvicinarsi, fate voi il pirmo passo, fatevi carico dell'altro, così come Gesù, Buon Samaritano, si è fatto carico di me e di voi...

Tu ti sei fatto prossimo ad ogni uomo, e come un buon Samaritano versi sulle piaghe feritedell'umanità l'olio della consolazione e il vino della speranza, Dio benedetto nei secoli!

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