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don Roberto Seregni  

XXX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (25/10/2020)

Vangelo: Mt 22,34-40 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 34i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». 37Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38Questo è il grande e primo comandamento. 39Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

La domanda che viene sottoposta all'attenzione di Gesù tocca un tema di moda tra i rabbini del tempo e riguarda la gerarchia dei comandamenti. Infatti erano stati codificati ben 613 comandamenti ed era quindi necessario stabilire una gerarchia. Ogni buon maestro dava la sua interpretazione e Gesù viene chiamato a fare lo stesso.

Bisogna però osservare che la domanda del dottore della Legge non vuole semplicemente introdurre un dibattito tra esperti, ma, come abbiamo visto domenica scorsa, è un tentativo subdolo di cogliere Gesù in errore o in contraddizione.

Secondo gli esperti il comandamento più importante della Legge era senza dubbio il riposo del sabato, l'unico comandamento osservato da Dio stesso (cf Es 20,11; Gen 2,3). L'obbedienza a questo precetto equivaleva all'adempimento di tutta la Legge e la sua trasgressione era punita con la morte (cf Es 31,14). Infatti, la prima volta che nel vangelo di Matteo i farisei stabiliscono di condannare Gesù a morte, è proprio in conseguenza della violazione del comandamento del sabato (cf Mt 12,14). Gli avversari di Gesù vogliono solo una conferma, sono già pronti a condannare l'eretico nazareno.

Ma Gesù, ancora una volta, sorprende i suoi avversari. Il maestro ha una visione completamente differente: la sua preoccupazione non è tanto quella di stabilire un ordine o una gerarchia tra i comandamenti, ma quella di indicare il centro propulsore, il nucleo incandescente che dà forza, direzione e passione alla vita. Questo cuore pulsante non puó essere che l'amore. Tutti i comandamenti, le leggi e i precetti non hanno nessun significato se non sono vissuti alla luce del duplice comandamento dell'amore: amare Dio e amare il prossimo come se stessi.

Provo a fare un esempio: la Messa. Se vado a Messa solo con la idea che devo osservare un precetto, a cosa mi serve? La Messa è un incontro con Gesù che si fa Parola e Pane, perché anch'io possa essere un pane spezzato e possa sparpagliare briciole di eternità nel mio vivere quotidiano. Non vado a Messa per rispettare un precetto, ma perché nell'Eucarestia amo Dio sopra ogni cosa e mi alimento per amare il prossimo come ha fatto Lui.

Forza, cari amici! Scaviamo a fondo per scoprire il cuore pulsante, il nucleo incandescente dell'amore che dà passione, vigore e audacia alla nostra vita.


Un abbraccio
Don Roberto

 

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