PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su Marco 10,2-16

Paolo Curtaz  

Paolo Curtaz è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!

XXVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (05/10/2003)

Vangelo: Mc 10,2-16 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 10,2-16

2Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. 3Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». 4Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». 5Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. 6Ma dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina; 7per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie 8e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. 9Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». 10A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. 11E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; 12e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».

13Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. 14Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. 15In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». 16E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

Mai come oggi l'amore di coppia è stato al centro dell'umanità nelle sue gioie e nelle sue contraddizioni. Nelle sue gioie perché il fallire di grandi sistemi, di ideologie e la generale insicurezza ci fa sempre più rifugiare in questo sentimento che da sicurezza, in questo piccolo mondo interiore così ricco e così sognante che sentiamo essere la cosa più importante per la vita. Ma, accanto a questo, la contraddizione dell'uomo emerge con inaudita violenza: l'amore finisce col diventare un mito irraggiungibile che si scontra con la pesantezza della realtà. Ecco allora la nascita di una insoddisfazione continua, di una fatica di amare che, alimentata da una follia mass-mediologica, finisce col far credere che l'amore esiste, è fondamentale, è straordinario, ma, di fatto, è irraggiungibile. Capisco allora che entrare in questo dominio diventa davvero spinoso: esperienza totalizzante, l'amore diventa, in caso di fallimento, una sconfitta bruciante. In punta di piedi, allora, nella consapevolezza di entrare in un mondo di luci e di ombre, vi do una buona notizia: Gesù ha un Progetto anche sull'amore. E, occorre pur dirlo, essendo Lui ad averlo inventato, può anche darsi che sia la voce più autorevole su tale argomento. La ascoltiamo, cercando di astrarre dalle nostre esperienze personali? Bene: Dio ci ha creato parte di un Tutto da ritrovare. Un Tutto che è formato da una compagnia, una persona, con la quale condividere, certo, i sentimenti e le passioni, ma soprattutto la vita. Ecco allora che l'innamoramento lascia spazio all'amore, che è scelta entusiasta e faticosa, tutta orientata dalla consapevolezza che il mio partner non è l'orizzonte ultimo della mia vita, ma che, assieme, verso questo Orizzonte camminiamo insieme. Amore che è dono, dono di sé reale, non appesantito dal possesso morboso, non involgarito dall'egoismo, ma stupore continuo del dire: "Grazie perché esisti". Non solo: questa energia profonda svela nel mio compagno le sue qualità, gli permette di valorizzarle, nel rispetto reale e nella consapevolezza che nulla mi è dovuto, che nulla è abitudine, che nulla è delusione. Amare diventa, allora, in questa tensione verso il Tutto, nel continuo confronto con Dio, un dire: "Grazie perché mi hai fatto esistere". Questa riflessione, però, dev'essere concretizzata nella quotidianità del gesto: nel dire "ti voglio bene" anche dopo vent'anni di matrimonio, nell'usare nel proprio vocabolario della quotidianità parole come "Grazie", "Faccio io", "Scusa". La quotidianità diventa il fermento nel quale, come ci si promette davanti a Dio, io ti "rispetto e ti onoro", cioè metto te al centro del mio cammino.

A te Signore affidiamo il progetto dell'amore, il progetto della famiglia e del dono di sé. Rendici unità profonda, Signore.

Libri di Paolo Curtaz

 

Ricerca avanzata  (53954 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: