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TESTO Commento su Luca 9,57-62

Paolo Curtaz  

Mercoledì della XXVI settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (01/10/2003)

Vangelo: Lc 9,57-62 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 9,57-62

57Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». 58E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». 59A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». 60Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». 61Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». 62Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

Una pagina dura, inquietante; per troppo tempo il cristianesimo è stato proposto (e vissuto?) come una specie di panacea ai mali della terra, come una fuga verso un "altrove" che permettesse di affrontare le fatiche della vita e non di rado, ancora oggi, incontro dei discepoli del Signore che pensano alla fede come ad una specie di consolazione, di nido in cui rifugiarsi. Non la pensa così Gesù e oggi, in maniera che ci lascia perplessi, afferma con forza le esigenze per essere discepoli. No, la fede non è un comodo rifugio, un nido sicuro in cui stare perché il figlio dell'uomo non ha dove posare il capo. No, la fede non può anestetizzare la vita, non è uno stato comatoso, né un funerale ma qualcosa di dinamico, di vivo, di immenso. No, la fede non è valore penultimo: Gesù qui e altrove pretende di poter essere tutto, più degli affetti e degli amori che sono la cosa più preziosa che abbiamo... Non vogliamoci indietro, basta con questi atteggiamenti di rimpianto di un ipotetico passato (ma è davvero esistito?) in cui la fede e la chiesa e i cristiani erano al centro dell'attenzione. Piccolo gregge siamo divenuti e questa è la volontà del Signore perché con libertà, senza altra sicurezza a parte il vangelo, con creatività e dinamismo guardiamo avanti: a noi di far passare l'aratro, sarà Dio a far germogliare il seme!

Sì, Signore, noi desideriamo prepararti la strada con cuore libero, senza fare della fede un nido, con un atteggiamento vivificante, senza rimpiangere il passato, affinché ogni uomo veda in noi, nella trasparenza dei nostri gesti, il tuo volto amorevole nei secoli dei secoli.

Libri di Paolo Curtaz

 

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