PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO A noi la scelta!

don Alberto Brignoli  

don Alberto Brignoli è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!

XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (11/10/2020)

Vangelo: Mt 22,1-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 22,1-14

In quel tempo, 1Gesù riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: 2«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. 3Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. 4Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. 5Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 8Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; 9andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. 10Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. 11Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. 12Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. 13Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. 14Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

 

Forma breve: Mt 22,1-10

In quel tempo, 1Gesù riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: 2«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. 3Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. 4Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. 5Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 8Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; 9andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. 10Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.

Un giorno, un'anziana signora mia conoscente ricevette un invito - totalmente inaspettato - a partecipare a un importante banchetto. Se non ricordo male, si trattava di una cena di gala con invitati di un certo rango (anche famosi) per un evento benefico. La sua emozione, manco a dirlo, fu enorme: la location era un antico palazzo che da anni lei cercava di poter visitare pur abitando nelle vicinanze, e tra gli ospiti della serata c'era anche un famoso personaggio televisivo di cui era un'appassionata fan. L'idea di poter fare anche solo una fotografia insieme con lui e di ricevere da lui un autografo con dedica personalizzata le aveva creato un tale entusiasmo che non passava giorno in cui non raccontasse a quanti la incontravano per strada che lei, di lì a qualche settimana, avrebbe partecipato a quell'evento. Come si suol dire, “non stava più nella pelle”: e infatti, la “pelle” era proprio ciò che maggiormente la preoccupava, ovvero con quale “look” avrebbe dovuto partecipare al banchetto di gala. Per quanto riguarda “trucco e parrucco” si sentiva alquanto tranquilla, in quanto si affidava alle mani esperte della pettinatrice e dell'estetista, dalle quali trascorreva buona parte del suo tempo libero, lungo la settimana. Ma ciò che più la preoccupava era il vestito: abito lungo o corto, da sera o semplice, sobrio o ricercato, capo firmato d'alta moda oppure acquistato nella boutique del paese, vistoso o inosservato...ci mancava che l'evento capitasse a mezza stagione, per cui...apriti cielo! Leggero o pesante, coperto o scoperto, trasparente o pudico, provocante (nonostante i suoi 70 anni suonati) o castigato...aiuto! Incontrarla in paese era una dramma per chiunque, soprattutto per le amiche comari, le quali non vedevano l'ora che arrivasse il fatidico giorno di questo banchetto perché finalmente terminasse quel quotidiano tormento, del quale vi risparmio le discussioni relative a calzature e accessori... Tutti speravano che la “single” (usiamo questo eufemismo) più famosa del paese potesse individuare al più presto il suo look ideale per quella serata.

Morale della favola: l'indecisione e l'ansia furono talmente grandi da avere il sopravvento su di lei, al punto che decise...di rifiutare l'invito perché non sapeva cosa mettersi e quindi non voleva fare figure! Certo, in questo caso ci avviciniamo non di poco alla patologia: ma questa preoccupazione legata all'abito voleva dire, fondamentalmente, una cosa, ovvero che quell'evento era per lei talmente importante e quell'invito talmente inatteso che non poteva certo presentarsi con un abito inadeguato. “Avrei mancato di rispetto all'evento e a chi mi aveva invitato”, sosteneva giustificando la declinazione all'invito. E non era questione di formalità o di etichetta: era questione di importanza data all'evento, un evento al quale non si va impreparati né tantomeno improvvisati rasentando l'irriverenza e il disprezzo verso chi ospita.

Del resto, non possiamo certo pensare che Dio faccia della partecipazione al banchetto del Regno una questione di etichetta o di formalità, se decide di cacciare dalla sala un commensale privo dell'abito di festa: ne fa, piuttosto, una questione di rispetto e di risposta dignitosa e seria a un invito del quale certamente quel commensale era stato oggetto in maniera inaspettata e del tutto immeritata. Guai, a pensare che Dio escluda dal Regno qualcuno solo perché “non si presenta bene”, attento all'apparenza e a ciò che si vede all'esterno. Anzi: è proprio perché Dio guarda al cuore che intuisce il motivo di certi comportamenti e di certi atteggiamenti, leggendovi le intenzioni più vere e più profonde, anche di chi cerca di fare il furbo con lui.

Chissà quante domande ci frullano in testa...“Siamo tutti oggetto della salvezza di Dio?”. Certamente. “Ma proprio tutti?”. Sì, tutti. “Ma non c'è il rischio che aprendo l'invito a tutti, poi si presenti qualcuno che non ne è degno?”. Beh, se la mettiamo sul piano della dignità o del merito, allora nessuno si salva più, men che meno gli invitati della prima ora, quelli bravi, i primi della classe, che non solo declinano l'invito, ma addirittura reagiscono violentemente, perché Dio è talmente all'ultimo posto nei loro pensieri che preferiscono eliminarlo dalla loro vita.

Cosa che non rimane senza conseguenze, ovviamente, vista la reazione del re che li ha invitati: ma quelle sono scelte di Dio che non sta a noi giudicare. A noi basti pensare che Dio ci invita tutti al banchetto della salvezza; e se dovessimo anche solo pensare che la sua salvezza rimane senza effetto, se noi rispondiamo di no, ci sbagliamo di grosso, perché lui va a scovare frammenti di umanità da salvare “ai crocicchi delle strade”, alle periferie esistenziali dell'umanità, ai limiti dell'umano, e spinge a entrare nel suo Regno il maggior numero possibile di persone, tutti, tutti quanti, “cattivi e buoni” (sì, con quest'ordine, quasi a dire cattivi prima e buoni poi), perché la salvezza di Dio non può certo essere svilita da atteggiamenti di rifiuto da parte nostra.

“Allora Dio salva tutti?”. Sì, Dio salva tutti. O meglio: dà a tutti la possibilità di salvarsi, indipendentemente dai nostri meriti o dalla nostra dignità. Ma una volta deciso di partecipare al banchetto della salvezza, non possiamo più restare “ammutoliti”: dobbiamo dire di sì, e presentarci di fronte a lui rivestiti con l'abito più bello, non quello della signora che alla fine scelse di declinare l'invito al banchetto di gala, ma quelle delle buone opere e dell'amore verso i fratelli, ossia il modo migliore per dimostrare a Dio che alla sua salvezza ci crediamo, che a lui ci teniamo e gli portiamo il rispetto dovuto.

Altrimenti, nessuno ci costringe ad accettare di entrare al banchetto della vita: perché alla fine, per quanto l'esito sia drammatico, la cosa più bella di tutto questo è che il nostro Dio ci lascia liberi di scegliere, anche di scegliere di fare a meno di lui. L'invito, ora, è nelle nostre mani.

 

Ricerca avanzata  (53711 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: