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TESTO Tutti invitati al banchetto eterno del Re dei Re

padre Antonio Rungi

XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (11/10/2020)

Vangelo: Mt 22,1-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 1Gesù riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: 2«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. 3Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. 4Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. 5Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 8Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; 9andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. 10Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. 11Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. 12Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. 13Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. 14Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

 

Forma breve: Mt 22,1-10

In quel tempo, 1Gesù riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: 2«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. 3Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. 4Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. 5Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 8Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; 9andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. 10Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.

La parola di Dio di questa XXVIII domenica del tempo ordinario ritorna sull'argomento che Gesù ha affrontato più volte nelle sue parabole ed è quello del Regno di Dio. Anche nel vangelo di questa domenica “Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] in merito al Regno dei cieli che viene paragonato ad un banchetto nuziale ed ha indire questo banchetto è un Re che organizzò una festa di nozze per suo figlio”.
Chiaro riferimento a Dio Padre che ha inviato nel mondo il suo Figlio Gesù Cristo, perché tutti potessimo partecipare alla gioia di questo banchetto nuziale.
Cosa fece questo Re per organizzare al meglio la festa? “Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire”. Quindi si procede nell'invitare altri. Certo non ti puoi presentare ad un posto e tantomeno ad un banchetto se non sei invitato. Quindi l'invito parte, ma risposta non c'è. Allora cosa fece? Mandò di nuovo altri servi con quest'ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Da un invito generico si passa ad un invito particolareggiato, nei dettagli, con una precisa indicazione anche del menù preparato: carne buona e saporita già è pronta. Ma quelli che furono invitati personalmente non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari”. Oltre a non rispondere all'invito, alcuni invitati violenti presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Di fronte ad una reazione così assurdo e inconcepibile il re si indignò e cosa fece? Mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città”. La reazione del Re fu altrettanto violenta e distruttiva. La reazione del Re non si fermò a questo primo gesto. Anzi va oltre gli invitati ufficiali, quelli che erano stati individuati e contatta e disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. L'invito si estende quindi a tutti, senza eccezione di nessuno. I servi allora usciti per le strade radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Da nessuno ad un vero pienone di invitati generici e comuni, non di elite o di cartello. Una volta riempita la sala, per la soddisfazione del Re, Egli stessi si volle rendere conto di persona chi erano invitati. Nella rassegna dei soggetti entrati alla mensa nunziale, il Re scorse lì dentro un uomo che non indossava l'abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l'abito nuziale?”. Quello ammutolì. D'altra parte che poteva rispondere se era stato preso per strada e non era tra gli inviati ufficiali. Come stava così entrò nella sala della festa. Ma il Re non tollerò questo affronto, che avevano umiliato la dignità di quel luogo e di quella cerimonia nuziale. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.
Un uomo povero, che per entrare nel Regno non aveva fatto nulla per prepararsi per entrarvi. Di conseguenza viene gettato fuori da quel banchetto e quindi dalla comunione ecclesiale. Morale della parabola spiegata dallo stesso Gesù e che molti sono chiamati, ma pochi gli eletti.
A cosa si voglia riferire il Signore è molto chiaro: alla salvezza eterna e alla partecipazione a questo regno nel modo migliore possibile, a questo Regno che vive ed agisce nel tempo nel quale bisogna bene operare, senza creare problemi e difficoltà. In questo Regno non ci si entra con facilità.
Tutti sono chiamati alla salvezza, ma se non lavoriamo in esso non vi entriamo né nel tempo e molto più pericoloso nell'eternità.

Incentrato sul tema del banchetto spirituale è la prima lettura tratta dal profeta Isaia, nella quale è esplicitamente richiamato all'attenzione del lettore ciò che il Signore farà per ciascuno e per tutti. Il Signore, infatti, preparerà per tutti i popoli un banchetto ricco ed abbondante di cibi e bevande. Non ci invita al miglior ristorante terreno, ma all'eterno ristoro del cielo. Una volta entrati in questo luogo Egli farà chiarezza e giustizia; eliminerà la morte per sempre; asciugherà le lacrime su ogni volto, l'ignominia del suo popolo. In poche parole farà scomparire tutto ciò che è negatività per aprire la gioia vera che si gusta nell'eternità.

Questa prospettiva di futuro felice e gratificante viene richiamato dall'Apostolo Paolo nel brano della seconda lettura, ricavato dalla sua lettera ai Filippesi, nella quale, opera un vero e proprio discernimento spirituale ed umano che lo porta, poi, ad incontrare il vero volto di Dio che è amore e misericordia. Egli, l'Apostolo sa di vivere nella povertà e nell'abbondanza; egli è allenato a tutto e per tutto, alla sazietà e alla fame, all'abbondanza e all'indigenza. L'apostolo riconosce i sacrifici fatti per annunciare agli altri il Cristo redentore e salvatore. Tutto posso in colui che mi dà la forza. Avete fatto bene tuttavia a prendere parte alle mie tribolazioni. Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza, in Cristo Gesù. Al Dio e Padre nostro sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Questa lode al Signore la rinnoviamo ogni volta che alziamo gli occhi, le mani e soprattutto il cuore al cielo, a Dio onnipotente, contemplando, anche per un solo istante, il volto di Cristo sofferente e parente.

 

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