TESTO Commento Es 23,20
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Santi Angeli Custodi (02/10/2001)
Brano biblico: Es 23,20

1In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». 2Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro 3e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. 4Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. 5E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me».
«10Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».
Dalla Parola del giorno
Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato.
Come vivere questa Parola?
Oggi, nella festa degli angeli custodi, i liturgisti hanno sapientemente inserito i quattro principali brani biblici sugli angeli custodi: Es.23,20-23, Sal.90,11-12, Sal.102,20-21 (il canto al vangelo), Mt.18,10. Il testo più ricco a questo proposito è senz'altro il primo. Esso contiene in sintesi tutta la dottrina sugli angeli custodi: essi custodiscono il nostro camminare terreno, affinché riusciamo a raggiungere la terra promessa. Se questo è lo scopo per il quale siamo loro affidati, la condizione per raggiungerlo è che noi ascoltiamo la loro voce: essi infatti sono "voce", annunciatori ("anghèloi" in greco) ed esecutori della Parola di Dio. In questo senso, il primo angelo custode è la Parola stessa: essa è la vera custodia nostra e degli stessi angeli, custodia dei nostri passi e del nostro giungere al Regno. Né ciò vuole in alcun modo mettere in dubbio la fede nell'esistenza degli Angeli custodi, che le brume del razionalismo moderno hanno spesso offuscato. Ed è interessante che questa festa cada solo tre giorni dopo quella degli Arcangeli: un'opera analoga infatti è compiuta dagli uni e dagli altri: gli Arcangeli riportano per tutti la vittoria sul male, gli Angeli custodi accompagnano ciascuno individualmente fin dentro la terra promessa, il Regno di Cieli. Ed è bello che il versetto di Matteo preceda immediatamente la parabola della pecora smarrita: agli occhi dei nostri angeli, non siamo noi la pecora smarrita da ricondurre all'ovile?
Oggi, nella mia pausa contemplativa, ringrazierò il Signore per il mio Angelo custode e gli chiederò in dono di imparare ad avere negli altri lo stesso sguardo d'amore che Egli ha su di me, di essere per gli altri quel che Egli è per me:
"Che io possa farmi "angelo" per i miei fratelli e le mie sorelle, annunciando loro la tua Parola innanzitutto con la mia stessa vita, custodendoli nel loro cammino verso di te, e incoraggiandoli quando si scoraggiano, andando a riprenderli quando si smarriscono".
La voce di un padre dei primi secoli
Il vero "angelo" è il Figlio, il Logos che era nel principio, dal momento che è Lui che annuncia e realizza per noi la volontà del Padre, ossia la nostra salvezza".
Gregorio di Nissa