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TESTO Commento su Matteo 9,9-13

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

S. Matteo apostolo ed evangelista (21/09/2005)

Vangelo: Mt 9,9-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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9Andando via di là, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.

10Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. 11Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 12Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. 13Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Dalla Parola del giorno

Andando via di là, Gesù vide un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì."

Come vivere questa Parola?

Matteo era un uomo "seduto". In questa posizione lo intercetta Gesù, nella città di Cafarnao, al banco delle imposte. La fame di denaro lo aveva fatto installare lì a riscuotere le tasse sulle carovane provenienti dalla Siria e sui pesci pescati nel lago. Per questo suo mestiere malfamato tutti lo ritenevano un impuro e lo scansavano. Gesù, al contrario "lo vede". Per Lui quest'uomo non è un corrotto da evitare ma un malato da guarire, un morto da risuscitare. Non a caso, dopo avergli detto "Seguimi", Matteo il pubblicano – annota il vangelo – "Si alzò". Alzarsi è il verbo tipico del risorgere. Da uomo seduto, vittima di un'inquieta avidità, morto alle cose che contano, Matteo diventa un ri-nato, un uomo nuovo, una casa accogliente per Gesù, un suo familiare, e via via, nel tempo, un discepolo, un apostolo e infine, un martire per la fede.

Proviamo a pensare se, come e quando anche noi siamo seduti, presi dalla fame di avere, desiderosi di prendere, tormentati o forse solo distratti dalla passione di possedere. Possedere non solo denaro, ma anche fama, successo, carriera, stima, affetto, attenzioni... Totalmente centrati su noi stessi, finiamo per tagliare i ponti con gli altri e con Dio perché nel nostro cuore non c'è posto per nessuno. L'avere ha preso il sopravvento sull'essere sicché non ci identifichiamo più in quello che siamo...figli, fratelli, amici,...ma in ciò che abbiamo e che vogliamo, di più, sempre di più.

Se questa è la nostra posizione, magari saltuariamente, allora è tempo di "alzarsi", di risorgere per seguire Gesù, per imparare ad accogliere e ad amare, piuttosto che a pretendere di essere accolti ed amati.

Nella mia pausa contemplativa, oggi focalizzo l'immagine di Matteo il pubblicano e chiedo al Signore la forza di alzarmi come Lui, con agilità e prontezza, per corrergli incontro e seguirlo in novità di vita.

Se sono 'seduto', curvo sulla mia avidità vorace, Tu, o Dio, aiutami ad alzarmi e cercare il tuo Regno in cui l'unica fame possibile è quella della tua Parola che sazia.

La voce della Conferenza Episcopale Italiana

Gli uomini avvertono il fascino di Gesù e s'interrogano su di Lui: è una ricerca decisiva, una domanda da porre con grande serietà e disponibilità a lasciarsi coinvolgere.
La Verità vi farà liberi, n° 217

 

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