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TESTO Conoscere il Padre è cercare i fratelli

don Giacomo Falco Brini  

XXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (06/09/2020)

Vangelo: Mt 18,15-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 15Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; 16se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. 17Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. 18In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.

19In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. 20Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

L'uomo, la meravigliosa creatura fatta a immagine e somiglianza di Dio, è un essere relazionale. Le relazioni che stabilisce con gli altri, con Dio, con il creato, con le cose prodotte dalle sue mani, sono luogo di rivelazione della sua personalità. Attraverso le relazioni l'uomo può costruire, ma può anche distruggere. Può crescere e può anche rimanere infantile. Può servire tutti o servirsi di tutti. Può cercare la verità oppure mantenersi nella menzogna. Può amare e può odiare. Ma nella chiesa di Dio siamo tutti chiamati ad essere gente che nelle relazioni con gli altri non ha nessun debito se non quello dell'amore vicendevole (2a lettura, Rm 13,8): significa che il cristiano deve verificare se nelle sue relazioni sta amando. Il vangelo ci ricorda che una delle forme d'amore più grandi/autentiche è la correzione fraterna. Ma bisogna chiarire su quali basi si esercita, onde evitare equivoci in tema.

Legare e sciogliere. Questi sono 2 verbi propri di chi ama. Per questo il Signore Gesù usa questi verbi nella missione che conferisce al suo primo vicario in terra (Mt 16,19) come a tutta la sua chiesa (Mt 18,18). Infatti, chi ama crea nelle sue relazioni legami liberanti e scioglie da legami/catene schiavizzanti. Perché ci sono relazioni che ci legano facendoci gustare la nostra libertà e ce ne sono altre che ci schiavizzano, perché stabiliscono legami oppressivi, in nome della stessa libertà. Nella sua chiesa il Signore ci chiama ad essere fattori di legami fraterni. Se dunque nelle umane relazioni qualcosa minaccia la fraternità, dobbiamo sentircene responsabili. Non c'è un bene più prezioso da custodire. Questo spiega l'invito di Gesù a cercare di ripararla nell'ammonire il fratello che può aver sbagliato.

Guadagnare il fratello è la cosa più importante per il Signore. Se davvero ci credessimo, lasceremmo perdere tante cose secondarie (se non inutili) nella vita ecclesiale. Poi, siccome anche nelle comunità cristiane viviamo una realtà di relazioni fragili, va stabilito qualche criterio che salvaguardi la comunione fraterna, nel rispetto di ogni libertà. Questo il senso delle indicazioni di gradualità offerte da Gesù nell'operare la correzione fraterna (Mt 18,15-17). Il finale di quelle indicazioni però non ci inganni: sia per te come il pagano o il pubblicano non è una condanna, non è un “downgrade” della persona che persiste nell'errore, né la sua esclusione dallo sguardo di amore che la comunità deve mantenere su di lui. Piuttosto, costui è un fratello da amare e cercare maggiormente. Non dimenticarsi mai che il Maestro, nello stesso vangelo, dice che i pubblicani e le prostitute ci precederanno nel regno dei cieli (Mt 21,31). La base di ogni correzione fraterna deve dunque essere sempre un amore incondizionato che non giudica e accetta la libertà dell'altro.

Se poi crediamo che la fraternità è il bene più prezioso da custodire nella chiesa, allora non ci meravigliamo delle espressioni conclusive del vangelo. Non c'è gioia più grande per un papà del vedere i propri figli che si amano e cercano di andare d'accordo. Se un uomo non mette questa realtà al di sopra di ogni altro bene vuol dire che non sa ancora cos'è la paternità. Perciò il Padre, dal quale ogni paternità nel cielo e sulla terra prende nome (Ef 3,15), non può resistere alla preghiera che sale dal legame fraterno di due o più figli. La sua è una promessa (Mt 18,19), e Dio mantiene sempre le sue promesse! Non potrebbe essere altrimenti, a meno che non gli si chieda il male che Lui non conosce. Ma c'è un motivo ancora più profondo e importante che rende credibile la promessa. Dove due o più figli suoi si ritrovano nel nome di Gesù, attirano Gesù stesso in persona tra loro (Mt 18,20). Il primo grande regalo che Dio ci fa ogni volta che si cerca di vivere fraternamente, è la sua ineffabile presenza: Io sono in mezzo a loro.

 

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