VIDEO #2minutiDiVangelo - Venerdì 28/08 - Sant'Agostino: il cristiano è un "peccatore in cammino".
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Venerdì della XXI settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (28/08/2020)
Vangelo: Mt 25,1-13

«1Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. 2Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; 3le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; 4le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. 5Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. 6A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. 7Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. 8Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. 9Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. 10Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. 11Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. 12Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. 13Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Commento al Vangelo di venerdì 28 agosto 2020 - XXI settimana del Tempo Ordinario - a cura di don Marco Scandelli
#2minutiDiVangelo
Mt 25 1-13
Di Agostino si potrebbero dire tantissime cose. Ma il Vangelo di oggi ci invita a pensare alla necessità di essere pronti all'incontro con Dio. Agostino come si preparò? Dopo essersi convertito, inizialmente egli pensò che ciò coincidesse con un addio definitivo alla vita precedente, un addio al peccato: esattamente come pensavano i neoplatonici con cui lui era cresciuto. E, se ci pensate, così crediamo anche noi! È diffusa questa “eresia” secondo cui il convertito non sarebbe altro che una persona nuova, diversa e il suo cammino successivo non potrebbe che essere una continua e vertiginosa salita verso la perfezione! Quante volte vedendo una persona religiosa che sbaglia nasce nei moralisti (spesso atei) il ghigno e lo scherno del: “vedi che alla fine anche lui...”.