PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Figlio di Davide o del Dio vivente?

don Alberto Brignoli  

XXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (23/08/2020)

Vangelo: Mt 16,13-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 16,13-20

In quel tempo, 13Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». 14Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». 16Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 20Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

Non sempre la Liturgia fa scelte azzeccate nella scansione della lettura continuata dei Vangeli domenicali, e queste due domeniche (l'odierna e la prossima) lo dimostrano. Non si può, infatti, comprendere a fondo il brano di Matteo che abbiamo letto questa domenica (la confessione di Pietro) senza il brano che leggeremo domenica prossima (il rimprovero di Gesù a Pietro stesso, dal Maestro definito “satana”): capiremmo meglio, infatti, il perché di una risposta così bella di Pietro alla domanda di Gesù (“Voi, chi dite che io sia?”) ma anche così poco “pensata”, poco “sua”. E difatti, il Maestro non glielo manda a dire: la risposta non è farina del suo sacco, è qualcosa che gli è stato suggerito dall'alto. Fosse stato per lui, la sua risposta sarebbe stata diversa, perché diversa è l'idea di “Cristo”, di “Messia” che Pietro ha rispetto a ciò che veramente Gesù rappresenta per l'umanità. Ma intanto, fermiamoci su ciò che Pietro confessa, e che rimane nella storia del cristianesimo come la sua “professione di fede”, alla quale segue quello che nel linguaggio tradizionale della Chiesa (non senza un pizzico di dimensione politica) viene definito “il primato di Pietro”, con la consegna simbolica di quelle “chiavi” che diventeranno parte fondamentale dell'iconografia di Pietro e del Papato.

Quel giorno a Cesarea di Filippo, però, nulla che facesse pensare a un imminente Conclave! Semplicemente, Gesù si trova a metà del suo cammino con i discepoli verso Gerusalemme, e vuole vedere che cosa abbiano finora capito di lui. In realtà, la prende larga: non solo geograficamente (siamo proprio ai confini della Palestina, in una città costruita dai Romani che di israelita aveva ben poco), ma anche nel valutare il grado di comprensione dei suoi discepoli. Infatti, non chiede loro direttamente “che cosa pensate di me?”, ma “che cosa pensa la gente di me?”, perché vuole verificare se loro abbiano capito qualcosa di più di ciò che la gente capito di lui. E quale luogo migliore per fare questo se non il confine della Terra Promessa, un luogo lontano dalle logiche del potere e dalle folle, una “periferia esistenziale”, diremmo oggi, uno di quei luoghi dove è maggiormente possibile ritrovare l'essenza del Vangelo, l'essenza del nostro rapporto con Dio? Gesù vuole riportare i discepoli all'essenziale, al nocciolo della questione: “Avete capito chi sono e perché mi trovo qui?”. E lo fa anche attraverso un suggerimento, una domanda che vuole indirizzare la risposta, darle un “taglio” corretto. Non chiede loro di primo acchito “chi sono io?”, ma “che cosa dice la gente del Figlio dell'Uomo?”. Definendosi Figlio dell'Uomo, Figlio dell'Umanità, Gesù vuole già fare comprendere ai suoi discepoli come desidera che essi lo vedano e lo intendano: senza dubbio, come il Messia mandato da Dio, ma nella sua dimensione profondamente umana, senza accettare la quale è impossibile comprendere fino in fondo chi è davvero Gesù, anche nella sua natura di Figlio di Dio.

E le risposte sono ovviamente fuori bersaglio: la gente (e i discepoli con essa) non aveva proprio capito nulla di Gesù. Non era riuscita a scoprire la novità del suo messaggio, per cui trovava comodo identificarlo con un cliché del passato, uno stereotipo, uno dei tanti “uomini forti” che il Giudaismo aveva avuto: Giovanni Battista (l'uomo che lotta con forza contro le ingiustizie), che altro non era se non la reincarnazione di Elia (che, per inciso, doveva tornare sulla terra prima del Messia, e quindi il Messia non poteva essere Gesù), oppure uno dei profeti, tra i quali il più popolare pare fosse Geremia proprio per la sua vita soggetta a soprusi e malvagità da parte delle autorità religiose e civili del tempo. Insomma, Gesù era “l'uomo forte da solo al comando”, colui che nel nome di Dio lottava contro le ingiustizie e soprattutto contro le invidie dei suoi avversari, possibilmente in vista di una presa di potere anche politica nel momento del suo arrivo a Gerusalemme. A parte il fatto che le risposte non sono esatte, a Gesù comunque non bastano: non vuole che si riporti il “chiacchiericcio” della gente intorno alla sua persona, o le speranze recondite che il popolo d'Israele ripone in lui. Vuole sapere chi sia lui per la vita del popolo di Dio, e in particolare per quella porzione di popolo di Dio - i suoi discepoli - che di lui dovrebbe davvero sapere tutto perché con lui condivide tutto. L'evangelista Matteo non riporta eventuali risposte a questa domanda, se non - appunto - la confessione di Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Non sapremo mai se Pietro ha dato questa risposta interpretando il sentire dei suoi compagni: sappiamo però che non poteva dare risposta migliore di quella che ha dato. Non solo dice di Gesù “Tu sei il Cristo”, ovvero il Messia atteso da secoli in Israele, ma lo identifica come “Figlio del Dio vivente”. Non un Dio antico, statuario, rinchiuso nei ricordi di un glorioso passato del popolo d'Israele, ma un Dio vivo, anzi “vivente”, continuamente in vita. E soprattutto, Gesù nell'affermazione di Pietro non è il “Messia Figlio di Davide” che tutti si aspettavano. Non, quindi, il Messia guerriero e liberatore, capo politico capace di restaurare il Regno d'Israele, ma il Messia Figlio di un Dio che è vita e che dona vita. Non il Messia del Regno d'Israele, ma il Messia del Regno dei Cieli.

E adesso, tocca a Gesù annunciare a Pietro che conseguenze comporta questa sua professione di fede, che poi così “sua” non lo è affatto: Pietro sarà il primo mattone di un edificio spirituale (la Chiesa) costruita sulla salda roccia della Parola di Dio, e come per la casa fondata sulla roccia, nessun vento e nessuna tempesta potrà abbatterla, finché rimarrà salda su questa roccia che - non dimentichiamolo - non è Pietro, ma è Cristo stesso. Pietro è il primo mattone, e non dovrà mai dimenticare di non essere altro che quello: e il suo saldo ancoraggio a Cristo gli darà la possibilità di aiutare ogni credente a trovare la chiave giusta per entrare nel Regno dei Cieli, senza più distinzioni tra il mondo di qua e il mondo di là, perché ciò che si lega o si scioglie qui sulla terra rimane legato o sciolto anche nella vita nuova del Regno.

A una condizione: che Pietro sia sempre a servizio degli altri, e non si senta mai né la Roccia né il Capo della Chiesa. Cosa che, purtroppo, nel corso dell'affascinante e insieme drammatica storia della Chiesa, non sempre si è verificata. Sin dall'inizio; sin da pochi istanti dopo che Pietro ha confessato la propria fede nel Cristo Figlio del Dio vivente. Sarebbe stato bello sentirlo subito ora, ascoltando il seguito di questa vicenda: tutto rimandato a domenica prossima, creando un po' di suspence. Nel frattempo, chiediamo al Maestro che ci inoltri la domanda fatta ai suoi discepoli: “Ma voi, chi dite che io sia?”.

 

Ricerca avanzata  (53994 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: