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TESTO Donna, grande è la tua fede

padre Antonio Rungi

XX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (16/08/2020)

Vangelo: Mt 15,21-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 21partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. 22Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». 23Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». 24Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». 25Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». 26Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». 27«È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». 28Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

Il vangelo di questa domenica XX si colloca perfettamente nel contesto celebrativo della solennità dell'assunta che abbiamo festeggiato ieri. Maria donna di fede e di totale abbandono in Dio ispira la vita di ogni uomo e donna di fede.
Dopo il rimprovero di Gesù a Pietro nel Vangelo di Domenica scorsa, quando dubita che il Signore possa venire in suo aiuto, oggi ci imbattiamo in una donna di grande fede, come tante mamme, nonne e persone di ogni condizione sociale e nazione che quotidianamente si rivolgo a Dio per chiedere aiuto.
Qui si tratta di una donna cananea che ha una figlia gravemente ammalata, posseduta da satana che chiede aiuto proprio a Gesù.

Chi erano i cananei? I Cananei erano popolazioni che abitarono in Canaan, ovvero negli altipiani dei futuri regni di Giuda (al Sud) e di Israele (al Nord). Quindi più comunemente, i cananei s'intendono le genti che precedettero gli Ebrei in Palestina che si stabilirono qui intorno al 1200 a.C.
Dal punto di vista religioso, credevano in alcune divinità: El, capo del pantheon; Ba'al, Dio della pioggia fecondatrice; ᾿Anat, dea guerriera; Mōt, re degli inferi. Politeisti e quindi pagani.
Di fonte a questo grido disperato di una mamma, Gesù inizialmente fa finta di non ascoltare, ma la donna alza la voce, grida più forte il suo dolore al punto tale da chiedere l'intervento degli apostoli, la loro raccomandazione perché Gesù si fermi ed soddisfi la richiesta questa donna.
Inizia così quel dialogo tra Gesù e questa donna che rappresenta sicuramente una delle pagine evangeliche più belle, più umane, più suggestive ed accattivanti da un punto di vista spirituale, religioso ed anche artistico.
Infatti a questa scena del Vangelo grandi autori hanno dedicato opere d'arte di infinita bellezza che parlano da sole e traducono in immagini reali ciò che è avvenuto in quel momento. Rivedendo questo brano del vangelo alla luce di quanto stiamo vivendo in questo difficile momento della storia dell'umanità, penso che dobbiamo prendere esempio da questa donna cananea e gridare forte al Signore: abbia pietà di noi, siamo tormentati da tante angosce e paure, da tanti demoni che attraversano la nostra mente e non ci fanno vivere sereni e tranquilli.
Ma non basta chiedere misericordia è pietà è indispensabile gridare a lui: aiutaci perché da soli non ce la facciamo ad affrontare il mare burrascoso della nostra vita e quella del mondo di oggi.
E per essere certi di essere esauditi bisogna gridare con coraggio la nostra fede e fiducia in Dio. Il Signore non agisce automaticamente nei nostri riguardi, quando siamo nella necessità, impegna la nostra volontà e il nostro intelletto nel chiedere ciò di cui abbiamo bisogno.
Egli premia la nostra fede, come ha premiato la fede forte, coraggiosa, costante e gridata della donna cananea che si rivolge a Gesù per sua figlia ed ottiene la guarigione. Quella espressione detta da Gesù a questa donna, di cui non conosciamo, nome, come indirizzo, nata di nascita, condizione sociale ed economica, una donna anonima, devono farci riflettere ed agire di conseguenza ogni volta che eleviamo al cielo il nostro sguardo, il nostro pensiero e la nostra preghiera per chiedere a Colui che tutto può, le grazie e i miracoli di cui necessitiamo perché schiavi di tante malattie e paure che tormentano la nostra esistenza: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E il desiderio della donna è stato appagato in quell'istante, non ha dovuto aspettare, cure mediche, verifiche, controllo, esami, oppure ulteriore tempi, quelli supplementari per arrivare ad una sentenza finale, ma tutto è avvenuto in quell'istante. La figlia è guarita e la mamma e serena. Ma dove era il padre in quella richiesta di grazia e di intervento? Non è detto nel vangelo, ma se non viene citato qualcosa vuole pure dirci questo brano del vangelo a noi uomini e donne cristiane del XXI secolo.
E si badi bene non è una donna israelita, ma cananea, con altra fede, con altri credi, non certamente quelli che erano stati rivelati a Mose ed al popolo eletto. Israele infatti considerava la gente di altre nazioni, in questo caso una donna pagana, che non professavano la fede nell'unico e vero Dio dei “cani. Ecco perché nel vangelo c'è questo riferimento.
Eppure Gesù presta attenzione alle esigenze di questa richiesta oltre i confini delle religioni e considera figlia anche questa donna e aiuta anche tutti i bambini. Dio è Padre di tutti e non di un solo popolo e tutta l'umanità appartiene a Dio e a Lui con voci diverse e volte contrastanti ci si può rivolgere noi esseri mortali per chiedere ciò che è giusto, buono, retto e onesto, senza volere il male di altri, ma solo il bene.

Ci è di aiuto quando ascoltiamo nel brano della prima lettura di oggi, tratta dal libro del profeta Isaìa, nel quale si pone l'accento sul tema della giustizia del diritto, sulla universalità della salvezza portato da Cristo nel mondo. Il Signore avrà un occhio di riguardo verso quanti si guardano dal profanare il sabato e restano fermi nella sua alleanza. Costoro saranno condotti sul monte santo, dove verranno colmati di gioia, attraverso la preghiera, gli olocausti, i loro sacrifici che saranno graditi a Dio, quale espressione di culto e di adorazione.

Oggi, domenica 16 agosto 2020, la liturgia ricorda un grande santo, molto popolare, San Rocco, protettore contro la pandemia. Ci affidiamo a lui in questo tempo di prova per tutto il mondo.

 

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