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TESTO Commento su Giovanni 1,47-51

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele (29/09/2001)

Vangelo: Gv 1,47-51 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,47-51

47Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». 48Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». 49Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». 50Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». 51Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

Dalla Parola del giorno

E' stato precipitato l'accusatore: essi lo hanno vinto per mezzo del sangue dell'Agnello e grazie alla testimonianza del loro martirio; poiché hanno disprezzato la vita fino a morire. Ap. 12, 10-11

Come vivere questa Parola?

La festa dei Santi Arcangeli, nelle liturgia, è la festa della vittoria sul "serpente antico", sul male: essa è avvenuta "per mezzo del sangue dell'Agnello", ossia di Gesù, e per mezzo del sangue dei martiri. Il male è vinto grazie al martirio di Gesù e dei Santi: perché il martirio, il sangue versato, la vita donata, è la massima testimonianza (in greco, appunto, "martyrion") dell'amore. Il male è vinto dall'amore, solo dall'amore, e Gesù stesso ci ha insegnato che "nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici"(Gv. 15,13). Il tema del martirio è quanto mai scottante in questi giorni: infatti anche i terroristi suicidi dello scorso 11 settembre, agli occhi dei fondamentalisti islamici (che, certo, sono tutt'altra cosa dai veri Islamici), appaiono come martiri. Ma quale differenza! Quei terroristi sono martiri che danno la vita per procurare morte: i martiri di cui parla l'Apocalisse, invece, danno la vita per vincere la morte, per dare ad altri la vita. Il martirio, certo, è una follia: ma può essere una follia d'odio, come l'11settembre scorso, o una follia d'amore, come in Gesù e in ogni vero martire dopo di Lui. Dio è amore folle per l'uomo: questo è l'annuncio portato da Gesù, dagli Arcangeli, da ogni martire. In questo senso va intesa la descrizione che Daniele (la prima lettura che i liturgisti propongono in alternativa all'Apocalisse) dà del "vegliardo", ossia di Dio (Dn.7,9): essa è un misto di bianco e di rosso, di acqua e di fuoco, suggestivamente sovrapposti infine in un "fiume di fuoco". Dio è l'acqua viva che disseta, l'acqua della vita, ed è fuoco, fiamma d'amore.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiederò di essere immerso in tanto amore; insieme alla sposa del Cantico, verbalizzerò: "

Le grandi acque non possono spegnere l'amore: le sue vampe sono sempre di fuoco, una fiamma del Signore! Mettimi come sigillo sul tuo cuore. (cfr. Ct. 8,6-7).

La voce di un Padre della Chiesa

E' una bella cosa la magnanimità, e ce lo testimonia Gesù, il quale rifiutò di inviare le legioni degli angeli contro coloro che si sollevarono contro di Lui e Lo condannarono. Così in seguito anche Stefano, il discepolo di Cristo, levò la sua preghiera per coloro che lo lapidavano.
Gregorio di Nazianzio

 

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