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TESTO Amore chiama, amore risponde

don Alberto Brignoli  

XX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (16/08/2020)

Vangelo: Mt 15,21-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 21partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. 22Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». 23Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». 24Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». 25Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». 26Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». 27«È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». 28Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

Avete presente quando si ha a che fare con una persona che non ti ascolta nemmeno a pagarla oro? Le parli per ore, per giorni, chiedendole insistentemente la stessa cosa più volte, e lei neppure ti degna di uno sguardo! Magari le chiedi una cosa di poco conto, e non ti ascolta proprio perché la ritiene di poco conto; se invece le chiedi qualcosa di più impegnativo o di importante, non ti ascolta perché troppo impegnativo e quindi non vuole essere vincolata da un impegno nei tuoi confronti. Se le chiedi un favore, poi, non parliamone: “Non si concedono favori a nessuno, ancor meno se si tratta di persone poco conosciute che non sai mai con quali intenzioni te li chiedono!”, questa sarebbe la risposta meno scortese che puoi ricevere. Insomma, non c'è verso: se dice no, è no. Punto.

Sì, ci sono persone così: del resto, mica siamo fatti tutti alla stessa maniera! C'è chi è più propenso al dialogo e a scendere a compromessi, chi invece ritiene sia più giusto essere intransigenti e tutti d'un pezzo nella propria fermezza. Ti può dare fastidio, ma devi accettarlo, soprattutto se la persona in questione ti offre motivazioni e argomentazioni, al di là della tua condivisione o meno.

Diventa un po' più difficile da accettare quando la persona in questione è Dio...perché da lui tutto ti aspetteresti meno che incontrare una persona sorda alle richieste degli uomini. Diamine, almeno lui! Se non ci ascolta lui, che è buono e ci si rivela come un padre che ha cura di tutti i suoi figli, chi vuoi che ci ascolti? Eppure, questa è la percezione che spesso abbiamo di lui: che non ci ascolti, che quando lo invochiamo giri la faccia dall'altra parte o peggio ancora si tappi gli orecchi per non sentire. E quanto più insistiamo, tanto meno avvertiamo cenni di risposta. Ci viene addirittura da pensare che lo faccia di proposito: e magari, siamo anche persone devote e piene di fede, alle quali dovrebbe dare ascolto più che ad altre che nemmeno sanno chi sia Dio!

Credo che questa sia stata anche la percezione che hanno avuto di lui i discepoli di Gesù, quando - di fronte alle grida di una donna cananea che lo supplicava di guarire sua figlia indemoniata - si accorsero che non le rivolgeva neppure mezza parola. E alla richiesta dei discepoli di ascoltarla, quantomeno perché non continuasse a inseguirli gridando e facendo fare loro una brutta figura, Gesù risponde loro dando delle argomentazioni: “Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d'Israele”. In altre parole, quello che spesso diciamo anche noi, forse con tutt'altro intento: “Che cosa vuole questa persona? È uno straniero, non è del nostro paese, non è della nostra parrocchia, dobbiamo pensare prima ai nostri!”. Noi, però, con queste affermazioni ci giustifichiamo e agiamo di conseguenza, negando ogni tipo di aiuto, ritenendo di essere nel giusto. Invece Gesù non dà nulla per concluso, e si lascia avvicinare da questa donna, alla quale non dà certo una risposta confortante: “Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”. Una risposta molto nazionalista, dato che “cani” era l'appellativo sprezzante che gli ebrei davano ai non ebrei, ai pagani (ricordiamoci che Gesù si trovava in territorio fenicio). Il coraggio di questa donna, però, va oltre il nazionalismo di Gesù (e anche dei suoi discepoli, in fondo), e lo sfida sullo stesso piano: “So di essere un cane, ma mi basta sfamarmi delle briciole che cadono dalla vostra mensa, e con queste briciole sfamare me e la mia famiglia”. Della serie: “So di non meritarmi nulla, ma mi accontento di quello che avanza, pur di salvare mia figlia”. La conclusione di Gesù la conosciamo: loda la fede di questa donna ed esaudisce la sua richiesta.

Perché Gesù viene meno ai propri principi intransigenti e, alla fine, ascolta la supplica di questa donna definendola “grande” nella sua fede? Forse perché la sua fede era davvero grande? Può darsi. Ma io credo che ciò sia avvenuto anche per un altro motivo, non secondario: ovvero, perché si trattava di una donna, e in modo particolare di una madre. Non vorrei che alcuni mariti prendessero con sarcasmo questa affermazione, pensando all'insistenza delle loro mogli che alla fine ottengono da loro quello che vogliono purché smettano di stancare... no, qui nessun sarcasmo e nessuna ironia, bensì la convinzione che anche Dio ragiona con il cuore, e in particolare con il cuore di una donna, di una madre, che per amore ai propri figli è disposta a tutto, anche a sfidare Dio. E Dio accetta la sfida, anzi: accetta addirittura di perderla, perché anch'egli sente compassione per noi con la stessa compassione con cui una madre ama i propri figli. E nel nome di questa compassione, ascolta le nostre suppliche.

Dio, allora, non è sordo alle nostre richieste: solamente, vuole capire e farci capire come chiediamo a lui ciò di cui abbiamo bisogno. Se quello che chiediamo lo chiediamo per comodo egoismo, per stare bene noi, per sentirci a posto, o magari per non fare la fatica di ottenerlo con un po' di sforzo personale, allora non possiamo avere la pretesa che Dio ci ascolti, neppure se lo chiediamo con insistenza. Ma quando la nostra preghiera è mossa dall'amore, come l'amore di questa madre per la propria figlia, allora entra subito in sintonia con Dio, perché Dio ragiona con l'amore. E ciò che l'amore chiede è capace di smuovere le montagne; anzi, direi di più, è capace anche di far cambiare idea a Dio, perché quando sente che c'è amore, Dio risponde, al di là di chi sia il richiedente.

Fedeli o atei, credenti o miscredenti, cristiani devoti o all'acqua di rose, quando l'amore chiama, Dio risponde. Perché dove c'è amore, per il Dio di Gesù Cristo senza dubbio c'è fede.

 

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