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TESTO Commento su 1Re 19,9.11-13; Sal 84; Rm 9,1-5; Mt 14,22-33

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XIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (09/08/2020)

Vangelo: 1Re 19,9.11-13; Sal 84; Rm 9,1-5; Mt 14,22-33 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 14,22-33

[Dopo che la folla ebbe mangiato], 22subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. 23Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.

24La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. 25Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. 26Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. 27Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». 28Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». 29Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. 30Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». 31E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». 32Appena saliti sulla barca, il vento cessò. 33Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».

Sul mare, dove un vento contrario ostacola il cammino della barca, i discepoli credono di vedere un fantasma che viene verso di loro: Non pensano sia Gesù, rimasto solo nella montagna per pregare. Ma è Lui che viene per salvarli dalla situazione in cui si trovano che loro scambiano per un fantasma. Nonostante il rumore della burrasca la voce rassicurante del Maestro arriva fino a loro e Pietro chiede di andarli incontro. Ma le onde, dopo pochi passi, poiché egli ha paura lo avvolgono, e al coraggioso discepolo non gli resta altro che gridare: “ Signore salvami”. Gesù dopo averlo salvato lo rimprovera: “Uomo di epoca fede perché hai dubitato?” e saliti sulla barca cala il vento e le onde scompaiono.
In questo racconto Matteo ci vuol dire: nel mare ostile di questo mondo, la barca della Chiesa avanza, in mezzo alla tempesta, esposta agli assalti del male. La Chiesa riuscirà a raggiungere il porto della salvezza solo se avrà fede nella parola del Risorto. Noi, Chiesa militante, raggiungeremmo la salvezza solo se obbediremo ai richiami che Cristo ci fa durante la nostra vita. Questo è quanto afferma l'ufficio delle letture con i testi biblici di oggi. Lo fa raccontandoci tre esperienze dell'intervento divino fatte dal profeta Elia e dagli apostoli Pietro e Paolo.

La prima lettura di questa 19a settimana del T. O. è tratta dal capitolo 19 del primo libro dei Re. Essa ci narra l'esperienza del profeta Elia che sperimenta personalmente il cammino dell'Esodo, ma in senso inverso, per sfuggire alla persecuzione della regina Gezabele, moglie di Acab. In questo brano è narrato come, la precipitosa fuga del profeta si trasforma in un provvidenziale cammino, che sfocia nell'inaspettata scoperta della vicinanza di Dio. Il tisbita passa la notte, solo, nel monte Oreb, lo stesso monte in cui Mosè aveva incontrato Dio.Il Signore si rivela a d Elia “ nel mormorio di un vento leggero”.

Il Dio dei lampi, tuoni e fuoco del Sinai si fa grezza leggera per Elia e per noi. Benché noi pensiamo di trovarlo là dove avviene qualcosa di eccezionale, un miracolo eclatante, e diamo, al contrario, poca importanza “alla brezza leggera” del miracolo silenzioso dell'eucaristia. Ci dimentichiamo, perché non vediamo e i mass media non ne scrivono o parlano, che Dio si avvicina a noi in tutte le situazioni, normali o no, che attraversiamo.

In questo salmo il Salmista ci dice di stare in ascolto di Dio, lasciandoci echeggiare nell'intimo che cosa egli ci annunzia. Spesso ci lamentiamo del “ silenzio di Dio”. Ma noi lo lasciamo parlare? E quando lo lasciamo parlare accettiamo che, talvolta, non sia d'accordo con noi? Siamo propensi ad ascoltarlo e a collaborare con Lui, per costruire un mondo di pace- amore - giustizia come desidera?

San Paolo, in questa seconda lettura dell'odierna liturgia, è fortemente angosciato per il popolo di Israele perché rifiutando Cristo si è autoescluso dalla salvezza e, pertanto, prorompe in un grido di dolore. Dopo aver testimoniato il suo amore per i sui confratelli ebrei, privilegiati per grazia, rispetto agli altro popoli, egli pronuncia le seguenti parole: “vorrei essere io stesso anatema...a vantaggio dei miei fratelli”. I giudei restano il popolo che Dio ha amato per primo la Chiesa non può dimenticare che Gesù Cristo per via della carne appartiene a loro e che noi l'abbiamo ricevuto tramite loro.

Il Vangelo di Matteo ci comunica che, dopo la moltiplicazione dei pani, Gesù dice ai suoi discepoli di salire sulla barca e di passare all'altra riva, “mentre egli avrebbe congedato la folla”. Ma invece di raggiungere i discepoli sali, solo, sul monte a pregare. La barca non aveva ancora raggiunto la riva perché “agitata dalle onde, a causa dei venti contrari”. Sul far dell'alba Gesù va verso di loro, camminando sul mare. I discepoli vedendolo lo scambiano per un fantasma e gridano per paura. Al sentirli Gesù li rassicura “sono io”.
Pietro a nome di tutti chiede una prova “ se sei tu comandami di venire verso di te sulle acque”. Avutone la conferma Pietro comincia a camminare sulle acque, ma il dubbio la paura hanno il sopravvento e l'apostolo prima di affondare del tutto grida: “ Signore salvami. Gesù lo salva e gli dice “ Uomo di poca fede perché ai dubitato?”.
Matteo con questo brano evangelico ci vuole dare un insegnamento molto chiaro: la Chiesa, nella traversata del mare in tempesta della storia, non deve aver paura, perché il Signore e dalla sua parte. In mezzo alle onde e ai venti contrari Cristo ci viene incontro, si rivela a nocive dobbiamo abbandonare la sicurezza apparente della barca e affrontare i rischio del mare in tempesta se vogliamo ritrovare la fede, e con questa camminare andare incontro al Risorto e in lui sfidare la paura di affondare.

Revisione di vita
- Siamo capaci di attendere che il Signore passi e ci chiami? oppure siamo irrequieti e pieni di fretta?
- Siamo fiduciosi in Dio nonostante questi tempi pieni di mondanità e di contestazione alla Chiesa?
- Siamo fiduciosi che Dio ci viene incontro alla fine delle nostre tempeste per rincuorarci?

Marinella ed Efisio Murgia di Cagliari

 

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