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TESTO Il Signore e' vicino a chi lo cerca (212)

don Remigio Menegatti  

XXV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (18/09/2005)

Vangelo: Mt 20,1-16 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 20,1-16

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: 1Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. 2Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. 3Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, 4e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. 5Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. 6Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. 7Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.

8Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. 9Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. 10Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. 11Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone 12dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. 13Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? 14Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: 15non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. 16Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature

La prima lettura (Is 55,6-9) appare un deciso invito a cercare il Signore, ad invocarlo dal momento che lui stesso offre l'occasione per sperimentare la sua grande misericordia, e assicura piena disponibilità al perdono. Lo stile di Dio supera ampiamente il modo di pensare umano: è vicino a chiunque lo cerca; si fa trovare da chi spera in lui.

Il vangelo (Mt 20,1-16) racconta la parabola degli operai chiamati in diverse ore della giornata per lavorare nella vigna. Il padrone li paga cominciando da chi ha lavorato meno ore. A tutti dà la paga concordata: un denaro, che è quanto serve per la vita in un giorno. I primi si lamentano perché speravano di ottenere un salario maggiore. Gesù annuncia così che Dio usa una giustizia diversa da quella umana: vuole offrire a tutti la stessa possibilità di salvarsi, perché sono tutti suoi figli.

Salmo 144
Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome
in eterno e per sempre.
Grande è il Signore e degno di ogni lode,

la sua grandezza non si può misurare.

Paziente e misericordioso è il Signore,
lento all'ira e ricco di grazia.
Buono è il Signore verso tutti,

la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Giusto è il Signore in tutte le sue vie,
santo in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a quanti lo invocano,

a quanti lo cercano con cuore sincero.

Il salmo esprime la lode al Signore; una lode che non ha fine, come grande e senza limiti è la sua bontà e misericordia verso l'uomo. L'amore di Dio è ben superiore a quanto l'uomo può pensare e attendere. Non si misura con i sentimenti e i desideri umani, perché li supera immensamente.

Si passa quindi a presentare le caratteristiche di Dio: la pazienza e la misericordia, per cui è lento all'ira: non si lascia coinvolgere in sentimenti che possono rovinare l'opera delle sue mani, la creatura più grande che sia uscita dalla sua mente, quella che occupa buona parte del suo cuore. Dio è giusto: la sua giustizia supera quella umana, perché è fondata soprattutto sul dono gratuito; offre molto più e prima di quanto riceve.

Un commento per ragazzi

Quante volte davanti alla proposta di realizzare un gioco, i ragazzi rispondono con la classica domanda: "E cosa si vince?". Sembra quasi che se non c'è in palio un premio consistente, non ha nessun senso mettersi in gioco. Per fortuna quando i ragazzi si lasciano convincere e giocano anche senza lo stimolo dei "favolosi premi", alla fine comprendono il gusto del "gioco per il gioco", del vero gioco.

Un gioco gratuito: il premio consiste nella gioia di giocare con altri, provando le proprie capacità e qualità. E questo tante volte basta, se si comprende che il gioco non è una professione, quasi un lavoro per guadagnarsi la vita.

Gesù parla dell'amore del Padre; la parabola infatti inizia con la frase ormai familiare: "Il regno dei cieli è simile a..." con cui Gesù spiega, pezzo dopo pezzo, l'amor di Dio. "Pezzo dopo pezzo" significa che nessuna parabola dice tutto di Dio, ma ciascuna aggiunge qualche particolare interessante e importante. Sì, appunto, come le tessere di un puzzle. In questa parte Gesù mette in evidenza che lo stile di Dio è diverso da quello dell'uomo. Si parla di giustizia; non si tratta tanto di dare con onestà, bensì con generosità impensabile.

L'amore di Dio supera la nostra misura: è molto più grande. Lui vuole assicurare a tutti il suo amore. In fondo "la paga" concordata con lui, altro non è se non il suo amore gratuito. "E quelli che hanno lavorato di più?" Gesù risponde a questa possibile obiezione nella conclusione del dialogo: "tu sei invidioso perché io sono buono". Il datore di lavoro ricorda all'operaio che ha quanto gli serve per vivere, ed era concordato all'inizio. Se poi ritorna la domanda "E quelli che hanno lavorato di più?", possiamo trovare una risposta nella preghiera detta "colletta" con cui inizia la celebrazione in questa domenica. In questa orazione siamo aiutati a considerare destinatari dell' "impagabile onore di lavorare nella tua vigna fin dal mattino". Che vuol dire: la gioia di poter amare Dio, senza essere gelosi che anche altri lo possano amare. Un po' come essere figli maggiori: non perdiamo nulla se i genitori amano anche i fratelli che sono nati dopo. I figli più grandi hanno cominciato prima a conoscere ed amare i genitori. Non è cosa da poco.

Si tratta allora di non giocare al ribasso, a chi fa meno, a scansare gli impegni... Si tratta invece di essere generosi proprio perché Dio ci dona tutto il suo amore, non solo una parte. Lui è come, e anche meglio, dei nostri genitori: ci ama non di tanto in tanto, ma sempre, non in percentuale del numero, ma nella totalità del suo amore; non quando non ha nulla di meglio a cui pensare, bensì come scelta fondamentale della sua vita. Se noi proviamo a imitare il suo amore, allora siamo sempre più e meglio suoi figli. Figli che imparano, e fanno il bene, vedendo il Padre.

Un suggerimento per la preghiera

Signore, la tua giustizia è amore; la tua fedeltà è grande. Tu ci doni una gioia immensa, se noi riusciamo a comprendere il grande onore che ci fai nel chiamarci a lavorare con te, nella tua vigna.

Apri il cuore e la mente a comprendere questa grande occasione che Gesù ci offre perché possiamo essere felici. Anche noi abbiamo la possibilità di rendere felici le persone con cui viviamo, a cominciare dai genitori, fratelli, nonni. Aiutaci a lavorare con te per la gioia di tutti.

Libri di don Remigio Menegatti

 

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