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TESTO Un regno di grande valore spirituale

padre Antonio Rungi

XVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (26/07/2020)

Vangelo: Mt 13,44-52 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 44Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

45Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; 46trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.

47Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. 48Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. 49Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni 50e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.

51Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». 52Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

Forma breve (Mt 13,44-46):

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 44Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

45Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; 46trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.

La parola di Dio di questa XVII domenica del tempo ordinario, ultima domenica di luglio 2020, ci presenta, nel Vangelo di Matteo, altre tre parabole, molto sintetiche, di Gesù sul tema del Primo esempio o mini parabola riguarda il tesoro nascosto: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo”. Gesù quini paragona il Regno di Dio ad un tesoro di cui nessuno sa nulla, ma lo viene a conoscere, involontariamente un uomo, probabilmente un lavoratore di campo, che trova questo tesoro e invece di fare festa e dire agli altri del bene conquistato, invece lo nasconde gelosamente. Il riferimento al dono della fede, come bene prezioso, da custodire e proteggere è facilmente leggibile in questa pericope del Vangelo di Matteo. Essere custodi premurosi e gelosi, è un dovere di tutti i cristiani che hanno ricevuto, senza cercarlo, questo miracolo d'amore e d'attenzione di Dio nei loro confronti. In questo caso il dono non è cercato, ma trovato per caso. Quanti arrivano alla fede per caso e on per trasmissione o tradizione familiare o locale?
Il secondo esempio portato da Gesù per illustrare il Regno dei cieli riguarda un mercante che va in cerca di perle preziose, il quale, trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra”.
In questo secondo esempio, il protagonista è il mercante di perle preziose che come mestiere e compito è proprio quello di cercare il meglio e il più prezioso. E gli succede quello che ogni ottimo affarista di soldi e guadagni si attende, quello cioè di trovare una perla preziosa che ha un valore inestimabile. Una volta venuto a conoscenza e saputo il valore della pietra preziosa, va vende ogni cosa e compra il bene ardentemente desiderato. Chiaro riferimento sempre al dono della fede, della grazia, che diventa un bene preziosissimo per la persona che vuole vivere in pace e santamente.
Il terzo esempio riguardante il regno dei cieli parla di una rete gettata in mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Questo terzo esempio ha attinenza con la fine del mondo, con il giudizio universale, quanto sarà effettuata la cernita da parte di Dio circa quanti operano il bene o in opposizione a lui fanno del mare. Il brano del testo del vangelo di Matteo si conclude infatti con questo evidente richiamo alla fine dei tempi. Allora “verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Gesù si vuole sincerare se i tre ulteriori esempi apportati da lui circa la spiegazione del Regno dei cieli, nella sua fase nativa, di sviluppo e conclusiva nella storia dell'uomo, sono stati compresi e chiede esplicitamente: “Avete compreso tutte queste cose?». La riposta da parte dei discepoli è affermativa. Le conclusioni a questo punto sono ovvie da parte del maestro che insegna agli altri ciò che è buono, giusto ed essenziale.
Gesù quindi raccomanda che “ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche. Chiaro riferimento alla storia della salvezza. Gli scribi sappiamo che erano i conoscitori tecnici della sacra scrittura e quindi esperti nel sapere biblico. I discepoli devono essere appunto come un buon scriba che dal tesoro della fede e della parola di Dio estrae cose antiche e cose nuove, quindi è aperto al messaggio e alla grazia che viene dal nuova religione predicata da Cristo, ma che è continuità e completamento di quanto Dio finora ha operato nel popolo santo di Dio. Lo scriba nella tarda età biblica e nella prima età cristiana, era il dotto ebreo seguace del farisaismo, caratterizzato da un accentuato formalismo religioso. Gesù quindi con questa ultima affermazione vuole entrare nel cuore della vera fede dei discepoli e fare diventare questa uno strumento di continuo rinnovamento e perfezionamento personale ed ecclesiale.

Su tema della regalità è incentrata la prima lettura di questa domenica, tratta dal primo libro dei Re, nella quale ci viene presentata la figura esemplare e contraddittoria del Re Salomone, al quale appare il Signore a Gàbaon in sogno durante la notte. Il Signore domanda a Salomone cosa davvero voglia per svolgere al meglio il suo compito. Salomone risponde con grande umiltà e valutando la sua persona con metro oggettivo di chi era davvero: “Io sono solo un ragazzo; non so come regolarmi”. Di fronte all'inesperienza e a i suoi limiti umani, chiede al Signore “un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al popolo e sappia distinguere il bene dal male”. Dio si compiace di Salomone che aveva chiesto questa cosa e non aveva domandato per lui molti giorni, né la ricchezza, né la morte dei suoi nemici, ma aveva domandato il discernimento nel giudicare. Di fronte a richieste del genere di una grande sensibilità e di vera umiltà il Signore concesse davvero a Salomone un cuore saggio e intelligente, a punto tale che Salomone nella storia di Israele non avrà un Re uguale aa Lui. Solo Cristo, il vero Re dei Re, sarà più grande di Salomone. Non poteva essere diversamente.

Di fronte a queste esigenze di carattere spirituale che ognuno di noi deve esprimere e poi vivere, risulta di grande stimolo quanto scrive l'Apostolo Paolo nel brano della Lettera ai Romani che oggi ascoltiamo, come seconda lettura della parola di Dio: “Noi abbiamo conoscenza e consapevolezza che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno”. Si sa che alimenta amore e vive d'amore concorre al bene, mentre chi vive nell'odio concorre alla costruzione di un mondo segnato dal male e quindi collabora nella diffusione di quale male. Noi siamo “predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio di Dio, perché egli. Gesù Cristo, sia il primogenito tra molti fratelli. Noi che siamo stati chiamati alla fede siamo giustificati e di conseguenza se viviamo di fede, con fede verremo anche glorificati.

Sia questa la nostra umile preghiera che nel giorno del Signore eleviamo a Dio con tutto il cuore: “O Padre, fonte di sapienza, che ci hai rivelato in Cristo il tesoro nascosto e la perla preziosa, concedi a noi il discernimento dello Spirito, perché sappiamo apprezzare fra le cose del mondo il valore inestimabile nel tuo regno, pronti ad ogni rinunzia per l'acquisto del tuo dono”. Amen.

 

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