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TESTO Dal divergere al divertirsi

don Luciano Sanvito

X Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (08/06/1997)

Vangelo: Mc 3,20-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 3,20-35

20Entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. 21Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».

22Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni». 23Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? 24Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; 25se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. 26Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. 27Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. 28In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; 29ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». 30Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».

31Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. 32Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». 33Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». 34Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! 35Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».

Il vangelo ci sottolinea uno dei grandi problemi di oggi: accettare la diversità.

E ce ne sussurra anche la radice, il motivo profondo: siamo volti altrove, non abbiamo lo sguardo, la mente e l'attenzione del cuore all'altro o alle cose.

Succede spesso a ognuno di noi: mentre ora faccio una cosa, ne penso un'altra; mentre agisco nel presente, penso al futuro; mentre partecipo a un avvenimento, penso a cosa farò...

E' un po' come a scuola, quando guardando all'insegnante si pensa all'intervallo.

Questa di-vergenza ci fa capire che non siamo affatto attenti al presente, sia nelle cose come con le persone: abbiamo una mente divergente, che si volge altrove: siamo distratti.

E così, non accettiamo la diversità, ma solo chi è volto alla nostra stessa distrazione, nella nostra direzione.

Chi ci distrae da questa nostra distrazione, ci fa arrabbiare alquanto.

E siamo di conseguenza sempre più incapaci di accogliere la novità delle cose e dell'altro che mi si presentano qui e adesso.

Anzi, ogni novità rischia di essere scambiata per turbamento, per rivoluzione, per il contrario di quello che porta: se è angelica, la scambiamo per demoniaca; se è un ampliamento, per una chiusura; se è un famigliare, per un nemico; se è un comportamento logico, per una pazzia: 'è fuori di sè'.

Il vangelo in questione ci fà da con-vergenza, come nel sistemare e nel far convergere le ruote della nostra auto: ci fa il bilanciamento, ci aiuta a trovare l'equilibrio e la sintonia, ci da l'occasione di essere più sicuri per poter affrontare le strade della vita.

Ecco che allora, dalla divergenza, attraverso questa occasione di convergenza, arriviamo ad accettare la diversità, la novità, il presente.

Il nostro problema in questione: "volgersi altrove", viene superato dalla gioia di potermi ogni volta divertire nel vedere come dentro di me e attorno a me la vita sia piena di occasioni sempre nuove e diverse, che arricchiscono il cammino della mia serenità.

 

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