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TESTO Ingabbiati nell'invisibile

don Luciano Sanvito

IX Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (05/03/2000)

Vangelo: Mc 2,23 - 3,6 (forma breve Mc 2,23-28) Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 2,23 - 3,6

23Avvenne che di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. 24I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». 25Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? 26Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». 27E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! 28Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».

1Entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, 2e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. 3Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». 4Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. 5E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita. 6E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

Ci sono gabbie invisibili ovunque...

Non le vediamo, appunto perché invisibili, ma sappiamo che ci sono, perché vediamo gli uomini muoversi in spazi sempre più stretti e definiti, a loro misura, e strutturati secondo le loro particolari attitudini.

Gabbie ferree come le strutture del pensiero umano, gabbie d'acciaio come certi progetti, gabbie in costruzione seguendo ideali d'ogni genere, gabbie dorate come quelle sociali, umanitarie e religiose.

E più la preziosità di questo materiale invisibile del quale possiamo solo supporre sia fatta questa gabbia appare alle nostre considerazioni, più appare la solidità e l'impossibilità di uscire in libertà da parte dell'uomo.

L'uomo è ingabbiato più dal bello e dal piacere che non dal brutto e dalla sofferenza.

Così, avviene che ogni sbarra d'oro è meno superabile di quella di legno.

In queste gabbie spirituali ma che sempre meno hanno di spiritualità, ecco che l'uomo si attiene a mosse e possibilità sempre più strettamente definite dallo 'spazio' che gli è dato.

In queste gabbie anche oggi l'uomo sta inaridendo: la sua mano è sempre più inadeguata ad afferrare la chiave che gli potrebbe essere data per poter aprire alla salvezza, alla libertà, alla vita.

Il peso dell'invisibile è molto più schiacciante di ogni oppressione fisica e materiale.

Come può allora l'uomo recuperare la sua libertà, uscendo da queste gabbie che lo imprigionano e lo fanno inaridire?

All'uomo è data una grande e unica possibilità: afferrare l'invisibile.

Sembra un assurdo e complicato slogan, ma è la realtà più semplice e potente: imparare a seguire, attraverso la logica, ciò che va oltre la logica.

Imparare quindi a vedere, attraverso la vista, ciò che non si vede.

Imparare a sentire, partendo dall'udito, ciò che non si sente.

Esercitarsi a toccare con mano, partendo dal tatto, ciò che non può essere toccato con mano.

Tutto ciò che non rientra più nei parametri di una di queste innumerevoli gabbie, rende l'uomo più uomo, più libero e più capace di toccare con mano quell'invisibile che da prigione diviene ora l'espressione concreta della sua liberazione.

 

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