TESTO Commento su 1tim 2,8
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Lunedì della XXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (12/09/2005)
Brano biblico: 1tim 2,8
1Quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, Gesù entrò in Cafàrnao. 2Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. 3Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. 4Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano –, 5perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga». 6Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; 7per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito. 8Anch’io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». 9All’udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». 10E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.
Dalla Parola del giorno
Voglio che gli uomini preghino, dovunque si trovino, alzando al cielo mani pure, senza ira e senza contese.
Come vivere questa Parola?
Questo imperativo "voglio" si trova a conclusione della pericope odierna che concerne le linee di insegnamento che Paolo dà al suo collaboratore Timoteo per la comunità da lui fondata. "Ti raccomando anzitutto la preghiera". Ed esplicita le varie modalità del pregare. C'è la preghiera per domandare qualcosa a Dio e c'è l'intensità, quasi il grido a Lui nella supplica, c'è la pura preghiera che è lode al Signore e c'è quella di ringraziamento per tutto quello che da Lui riceviamo. Questo variegato modo d'intrattenersi con Dio è dunque la prioritaria connotazione della comunità cristiana. Ma vale la pena di notare che la preghiera è correlata alla qualità di un'esistenza all'insegna della serenità e della pace: "Una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità" (v.2).
Come suonano sorprendenti queste parole, oggi, nel clima di ansia, fretta e conflittualità in cui viviamo!
E come ci consola il fatto che Paolo sottolinei una cosa estremamente positiva: "Dio vuole che tutti gli uomini (non solo i cristiani!) siano salvati" (v.4). Così ci risulta evidente quel "voglio" finale di Paolo. "Voglio che gli uomini preghino dovunque si trovino". Sì, la preghiera come "respiro", come condizione indispensabile di chi vuol condurre un'esistenza da cui sia bandito tutto quello che turba la persona e rovina il suo relazionarsi con gli altri. Levare al cielo mani pure vuol dire protendersi a Dio con purezza d'intenzioni buone, cercare da Lui il bene proprio e di tutti.
Oggi, nel mio rientro al cuore chiedo al Signore che mi aiuti a gerarchizzare i valori della mia vita. Al primo posto devo assolutamente mettere la preghiera. Essa però, mai e poi mai, può essere in me disgiunta dalla carità.
Aiutata da Maria, io anelo a Te, mio Dio! Tu purificami dall'ira e da ogni divisione perché il mio pregare sia pura lode a Te e intercessione vera per il mondo intero.
La voce di un grande biblista
Sono, all'opposto di Gesù, una persona che facilmente si lascia travolgere e, di conseguenza mi affanno sempre, mi innervosisco, sono scontento, non trovo il momento per stare in silenzio, per fermarmi davanti al Signore? Se lo trova Gesù, la cui missione è di salvare tutta l'umanità, perché non lo trovo io?
Card. Carlo Maria Martini