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TESTO Commento Matteo 20,1-16

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

XXV Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (23/09/2001)

Vangelo: Lc 16,1-13 (forma breve: Lc 16,10-13) Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 16,1-13

In quel tempo, 1Gesù diceva ai suoi discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. 2Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. 3L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. 4So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. 5Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. 6Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. 7Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. 8Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. 9Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.

10Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. 11Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? 12E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?

13Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

Forma breve (Lc 16, 10-13):

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli: 10«Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. 11Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? 12E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?

13Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

Dalla Parola del giorno

Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché quand'essa verrà a mancare vi accolgano nelle dimore eterne.

Come vivere questa Parola?

Nella parabola, Gesù parla di un amministratore che è disonesto ma astuto. Il Signore non è affatto d'accordo con la sua disonestà ma ne sottolinea la furbizia. E sembra vederlo scuotere, forse, il capo mentre osserva: " I figli di questo mondo verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce". In che cosa consiste la positività dell'amministratore disonesto che chiama i vari debitori del padrone e dimezza o condona i loro debiti? Qual è la chiave di lettura di un'azione in sé riprovevole? Tutto è centrato sul denaro e sulla ricchezza che, secondo il chiaro insegnamento di Gesù, sono un'ostacolo di per sé insuperabile nei confronti dell'entrata nel Regno di Dio: "E' più facile che un cammello passi per la cruna dell'ago che un ricco entri nel Regno". Anche l'altra affermazione di Gesù è inequivocabile: "Non si può servire Dio e il denaro". Questo denaro Gesù lo chiama disonesto perché troppo spesso, accumulato nelle mani di pochi, diventa un idolo che essi servono calpestando e affamando molti. Quale la via d'uscita, la santa scaltrezza! Se il denaro viene solo amministrato e non avidamente posseduto, se viene amministrato condividendolo con chi ha bisogno per vivere, allora chi agisce così si fa degli amici che, al termine di questa vita, lo faranno entrare in cielo.

Oggi, nel mio rientro al cuore, chiederò non solo il vero distacco da ogni ricchezza, ma la forza e la luce sul modo di mettere a frutto ogni mio bene: forza fisica, intelligenza, cultura, tempo, affettività, roba e denaro. Verbalizzerò:

"Che tutto sia immolato nell'amore, che tutto diventi espressione d'amore: ricchezza tua per il bene di tutti, Signore".

La voce di un grande pensatore del XX secolo

Non si può dividere la propria vita tra una relazione reale con Dio e un rapporto irreale ed egoistico con il mondo, pregare veramente Dio e utilizzare egoisticamente il mondo. Chi conosce il mondo solo come utilizzazione egoistica, non diversamente conosce Dio. E' lui il vero senza Dio.
Martin Buber

 

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