TESTO Commento su Luca 7,11-17
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Martedì della XXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (18/09/2001)
Vangelo: Lc 7,11-17
11In seguito Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. 12Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. 13Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». 14Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». 15Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. 16Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». 17Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.
Dalla Parola del giorno
Vedendo la donna, il Signore ne ebbe compassione e le disse: "Non piangere!". E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: "Giovinetto dico a te, alzati!". Il morto si levò a sedere e cominciò a parlare. Ed Egli lo diede a sua madre.
Come vivere questa Parola?
Il racconto di Luca mette in evidenza due cose, oltre al potere taumaturgico di Gesù che addirittura ottiene la Resurrezione del ragazzo morto. La prima è che qui non è la donna, né tantomeno la folla a richiedere l'intervento di Gesù. E' piuttosto Lui stesso che si avvicina alla vedova a cui la morte ha strappato l'unico figlio. E' dunque una profonda compassione che Lo muove.
La seconda cosa è che qui Luca usa l'espressione "Signore". Si tratta infatti di mettere in evidenza che Gesù con questa risurrezione manifesta la sua signoria, il suo dominio sulla vita e sulla morte: il fatto narrato da Luca ha dunque anche un chiaro significato messianico.
Un altro elemento che emerge dalla narrazione lucana è la tenerezza di Gesù per i poveri, gli umili che Egli previene e salva con la sua misericordia.
Oggi, nel mio rientro al cuore, sosterò interiormente su questa persuasione di fede: Gesù mi sta amando e cercando per "risuscitare" in me quella parte che tende a scivolare spesso in tendenze di morte nel ripiegamento sul mio "ego". Verbalizzerò:
"Signore, salvami dall'egoismo! Aiutami ad accorgermi del disagio degli altri e a prevenirli con la tua tenerezza".
La voce di un uomo spirituale contemporaneo
Con Cristo, " Unico Mediatore tra Dio e gli uomini " (1 Tim. 2, 5) il cristiano cammina tra Dio e l'uomo. E' stretto tra l'obbedienza alla volontà di Dio su di sé sugli altri sulla storia, e la misericordia la compassione per gli uomini nelle situazioni del loro peccato del loro bisogno della loro miseria.
Enzo Bianchi