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TESTO "Attenti al cane!"

don Luciano Sanvito

V Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (05/02/2006)

Vangelo: Mc 1,29-39 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 1,29-39

29E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. 30La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. 31Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.

32Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 33Tutta la città era riunita davanti alla porta. 34Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.

35Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. 36Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. 37Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». 38Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». 39E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

"Tutti ti cercano!"

"Cave laude et laudatorem"!

Quanto siamo tentati e trascinati dagli 'osanna' quotidiani!
Come sono importanti per noi riconoscimenti ed approvazioni!

Come ci teniamo ad essere ricercati e medagliati da questo mondo!

Ma in tutto questo si nasconde un profondo tranello: cadere nella logica umana, accontentare chi ci loda e essere alla loro schiavitù, alla mercè delle loro voglie, schiavi dei loro sentimenti ed emozioni, sballottati dai loro desideri altalenanti.

Dobbiamo svincolarci da quella 'suocerà che ci serve e spesso ci adula; e non pensiamo solo alle nostre suocere ben e fin troppo visibili nelle nostre famiglie, che ci restringono con le loro arti.

Pensiamo piuttosto a tutte quelle situazioni parentali, amicali, del gruppo del momento, situazioni che ci invischiano: alle quali noi diamo il tempo e le capacità della nostra vita, per ottenerne fama, adulazione, approvazione e lode: per essere ricercati.

Il mondo di oggi ci attrae, ci promette e a volte ci regala la fama.

Ma quest'essere famosi e riconosciuti quasi sempre non è altro che una eccellente servitù, una copertura che nasconde l'assoggettamento più infame, proprio perché meno evidente e più difficile da evitare.

Dobbiamo porre sul nostro cuore sempre il motto: "Cave..!" "Attenti...!" per non finire nella morsa di questo cane affamato che è il mondo che ci brama per sè e per i suoi desideri.

E scodinzola, attirando le nostre attenzioni solo per avere per sè.

Alla fine, diverremmo anche noi come un cane rabbioso e legato a quella catena che ci restringe e lì ci costringe.

Con uno sguardo attento, quante volte ci riconosciamo così in qualche situazione!

La solitudine che ci ricarica è lì sempre che ci aspetta: essa è l'occasione da riprendere per ritrovare la forza di percorrere non solo lo spazio che ci lega alle catene offerteci dalle lodi del mondo, ma per andare sempre "altrove", là dove il nostro cuore ogni volta ci sospinge alla ricerca di quella verità che ci rende sempre più liberi.

 

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