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TESTO L'arte della 'maieutica'

don Luciano Sanvito

III Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (22/01/2006)

Vangelo: Mc 1,14-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 1,14-20

14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

16Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». 18E subito lasciarono le reti e lo seguirono. 19Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. 20E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

Socrate, figlio di una levatrice, affermava di non possedere la verità, ma solo di saperla portare alla luce estraendola dall'animo di chi incontrava.

Questa è la "maieutica".

Dovremmo recuperare quest'arte nell'incontro, nell'educazione, nel semplice rapporto quotidiano: è una forza che trascina subito perché va verso la vita.

Inoltre, non è qualcosa di diverso che viene proposto all'altro, ma è quello che lui ha dentro, quello che sta vivendo già nella propria dimensione, e che deve venire appunto alla luce, deve entrare nella verità, trasformandosi in attuazione.

Eccone un esempio:
Sei un "pescatore"? Sarai "pescatore di uomini".

(Ma il vero 'pescatore' non è forse colui che avvia la maieutica?)

Chi accoglie questo invito della 'maieutica' lascia perdere tutto quanto il resto: in quel preciso istante della sua presa di coscienza di essere un partoriente della verità, "subito" mette in atto l'energia fisica e morale per questo obiettivo.

Bastano poche parole, ma che colpiscono al cuore, risvegliando il moto verso la vita, producendo il meglio e al massimo.

A volte è sufficiente uno sguardo espressivo per avviare il tutto.

Altre volte, addirittura un silenzio ascoltante e accogliente.

Altre infine, la testimonianza di chi ha vissuto questa esperienza fà un po' da contagio benefico.

L'arte della maieutica dunque fà risorgere la verità nascosta, la mette in piedi dove s'era adagiata, la risveglia dove essa si era addormentata.

Ecco un altro esempio:

"Il Regno è vicino": non vicino nel tempo, ma a te, sta in te!

Vi state già chiedendo come cambierebbe la nostra omelia se una volta tenessimo conto di quest'arte preziosissima?

 

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