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TESTO Perche' e' difficile perdonare????

don Girolamo Capita (giovani)  

XXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (11/09/2005)

Vangelo: Mt 18,21-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 21Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». 22E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

23Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. 24Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. 25Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. 26Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. 27Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.

28Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. 29Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. 30Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.

31Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. 32Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. 33Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. 34Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. 35Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

Certo è davvero difficile perdonare? Fa bene Pietro a chiedere a Gesù quante volte occorre perdonare, almeno così gli manifesta una nostra difficoltà? Gesù ci risponde che occorre perdonare settanta volte sette, cioè sempre. Siamo qui nel cuore della nostra fede e con questo brano evangelico siamo chiamati a confrontare la nostra crescita nel cammino di vita cristiana. Gesù con un semplice racconto parabolico ci fa comprendere quale sia la Fonte del perdono e come siamo chiamati a viverlo nelle nostre relazioni. Non siamo noi la fonte del perdono. Si è vero, a volte ci riesce difficile perdonare perché siamo un po' lontano dal Padre misericordioso, per il nostro poco tempo dedicato alla preghiera, per l'allontanamento dalla duplice mensa domenicale della Parola e dell'Eucaristia, e soprattutto per la sporadica o a volte semplicistica frequenza al sacramento della riconciliazione. Se oggi riuscissimo a comprendere la bellezza del perdono riscopriremo la bellezza della confessione.

La parabola ci fa notare come nel giorno della resa dei conti, il servo riconosce il suo debito e chiede al padrone solo di essere paziente, di concedergli un po' di tempo..... per saldare il conto! Il Padrone si lascia impietosire e gli condona tutto il debito rivelando un amore non solo paziente ma sconfinato nella sua misericordia. Qui occorre fermarsi un po' e riflettere. Questo servo sa riconoscere nel condono del suo debito, un qualcosa che va al di là del semplice condono? È un condono ottenuto in virtù dei suoi meriti? Noi sappiamo riconoscere i nostri peccati? Se qualcuno ci perdona sappiamo riconoscere che in quel perdono c'è il suo amore per noi, c'è la speranza che anche noi cresciamo in questo amore?

Il servo perdonato è incapace di condonare a sua volta il debito altrui. Secondo voi perché? Lo sdegno che il racconto suscita negli altri che lo denunciano al padrone è lo stesso sdegno che io provo nell'ascoltare questa parabola. Essa ci rivela che saremo sempre incapaci di perdonare qualora non sapessimo riconoscere e accogliere l'amore perdonante di Dio, anche se lo riceviamo, in quanto saremo sempre centrati su noi stessi, pronti solo a rivendicare i nostri diritti lesi, chiusi nella gabbia del nostro sano egoismo. Il servo più che essere ingrato verso il prossimo è stato ingrato e irriconoscente verso il padrone, inoltre ritengo che il danno più grave lo compia verso se stesso. Qui la parabola rivela un'altra verità: chi non sa riconoscere ed accogliere l'amore nel perdono di Dio, non solo non è capace di donarlo agli altri, ma rivela anche la sua incapacità di amare se stesso. Infatti il primo servo una volta ottenuto il condono del suo debito sperava di ottenere il pagamento intero del suo credito così da ottenere il massimo profitto! In realtà ha ottenuto la sua massima sventura. La sua "salvezza" passava attraverso la "salvezza" che lui avrebbe potuto donare al suo prossimo. Come l'amore a Dio si concretizza nell'amore al prossimo così l'accoglienza del perdono di Dio si concretizza nel saper perdonare gli altri! Non è forse vero che amando e perdonando l'altro sto anche amando l'altro come me stesso e sto realizzando il suo ma anche il mio bene, la mia felicità? Ama il Signore Dio con tutto te stesso e il prossimo tuo come te stesso!

Concludendo il vangelo di oggi ci fa comprendere che è difficile perdonare però solo se ci chiudiamo all'amore misericordioso di Dio. In comunione con Lui tutto è possibile.

Se ci riesce difficile perdonare, lasciamoci guidare da Pietro, come lui chiediamo a Gesù come fare. Buon cammino.

 

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