PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su Matteo 11,25-30

Omelie.org - autori vari  

XIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (05/07/2020)

Vangelo: Mt 11,25-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 11,25-30

In quel tempo Gesù disse: 25«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

COMMENTO ALLE LETTURE

Commento a cura di don Marco Simeone

Il vangelo di oggi sembra strano: è una via di mezzo tra un sospiro e un momento di vera gioia interiore, un po' come quando troviamo un pezzo importante del puzzle e diamo una svolta alla composizione. Ovviamente c'è un contesto di questo brano del vangelo ed è quello di Giovanni il precursore che, in galera, si domandava che senso avesse la sua missione e manda a domandare a Gesù:"sei proprio tu il Messia?". Poi Gesù ha dovuto aiutare i discepoli a riconoscere, in quel profeta così forte e così travagliato, la figura di Elia che preparava la Sua venuta. Ma nessuno aveva voluto fare 2 + 2 e capire, forse perché era difficile? Poco credibile. Forse perché quando uno riconosce che è arrivato il profeta promesso allora è arrivato il tempo della conversione, cosa forse non puntualmente desiderata. La carcerazione di Giovanni era un titolo di vanto perché non si era allineato nel tollerare i grandi errori di Erode, ma aveva proclamato la Parola di Dio a dispetto del rischio di ritorsioni ma, ricordiamoci, una volta arrestato non mi sembra che ci siano state insurrezioni per liberarlo...

Quelli che stavano a sentire Giovanni erano, sì, attenti ma senza aver preso la decisione di prendere sul serio quello che ascoltavano, brave persone certamente, ma di quelli che ascoltano finché non comporta un cambiamento, tanto così, per riempire il tempo.

Proviamoci a mettere nei panni di Gesù: cosa provare quando tutto quello che hai costruito ti sembra crollare? Quando le persone che ami rifiutano di amarsi, rendono inefficace quello che fai per loro e si accontentano della mediocrità? Quando tra libertà e schiavitù scelgono la prigione dorata delle piccole sicurezze? Quando davanti alla salvezza le persone che ami scelgono di impantanarsi nel piangersi addosso?

Non sono sentimenti così difficili da immaginare: basti pensare ai genitori di figli schiacciati dalla droga, o ai tanti coniugi che si trovano la porta sbarrata dalla persona che non ne vogliono più sapere di amare, e via così.
Gesù qui fa qualcosa di inaspettato: loda il Padre.

La lode è quell'atteggiamento dell'anima per cui uno intuisce l'azione di Dio Padre, e gli esplode nel cuore una gioia che è un misto di riconoscenza e ammirazione: riconoscenza perché ha appena compreso di essere stato salvato da un intervento diretto del Padre (pensa al cantico di Miriam come hanno passato il Mar Rosso e la salvezza dagli egiziani inseguitori), quindi ha compreso la salvezza ed ha percezione del legame di amore e custodia che Dio ha nei nostri confronti ("Dio ha guardato all'umiltà della sua serva" dice Maria nel magnificat). Ammirazione per la potenza di Dio creatore e salvatore, Lui che ha creato la terra e l'ha resa stabile, ha appena mostrato la potenza del suo braccio. La lode può essere più o meno entusiastica, ma sempre "complessiva", cioè abbraccia tutta la nostra persona.

Gesù è spinto dall'amore e non dall'orgoglio, non sta a fermarsi sul rifiuto più o meno implicito, ma contempla come il Padre, qui e ora, salva quelli che si affidano a Lui. Per chi apre il cuore ora si compie quella salvezza: per chi si avvicina a Gesù e accoglie la Sua parola e la Sua testimonianza entra nella comunione col Padre e lì trova la pace e il riposo.

Per chi si ritiene un saggio, cioè autosufficiente, non c'è modo di essere salvato: semplicemente non ritiene di essere salvato perché... si è già salvato da solo.

Per chi, invece, si scopre piccolo ci sono i "regali" di Dio: il Padre gli dona di incontrare il Figlio, gli svela il suo volto. Vi ricordate la preghiera di Mosè sul monte, quando il Signore sta lì, a portata di mano, nell'intimità più profonda e gli chiede di poterne vedere anche solo un riflesso? È la domanda coraggiosa di un uomo che è entrato nel mistero di Dio e sappiamo che ne vedrà la schiena. Qui il Padre ci dona il Figlio, quello che è nel seno del Padre, e il Figlio ci condurrà al cuore stesso del Padre.
Qui si compie la promessa: io vi darò ristoro.

S. Agostino è quello che diceva che i nostri cuori sono inquieti finché non trovano il Signore, questo è il riposo vero. Ogni giorno ci lamentiamo di non avere abbastanza riposo perché gli altri non ci lasciano in pace, in parte è vero ma sembra tanto la logica della "tomba": 2 metri per 1 di assoluto silenzio dove nessuno mai ti disturba, che gioia...

Il riposo invece è dove siamo noi stessi, dove l'anima è curata da Dio in persona, nutrita di questo amore riesce ad essere realmente sé stessa, un riflesso della Sua bellezza, affrancata dalla schiavitù delle paure e degli idoli, dalle brutture che cercano di tarpare le ali al capolavoro di Dio.

Per questo la seconda lettura parla di appartenenza a Gesù nella misura in cui ci lasciamo guidare e alimentare dallo Spirito che ci insegna ad essere figli. Non più la paura di Dio e lo sforzo di attirare la sua attenzione ma la certezza di essere nel suo cuore. Questa è la pace vera e duratura che nella prima lettura era annunciata: Gesù è il re che entra a Gerusalemme cavalcando un asinello, il re che entra in punta di piedi nella tua vita per farti il dono della vita vera.

L'invito allora non è altro che un lasciarsi vincere, un riconoscere la grandezza di Dio che si manifesta nella piccolezza.

In un mondo in lotta con se stesso, alla continua caccia alle streghe, dell'indignazione facile, a comando, qui c'è finalmente l'aria pura. Gesù fa letteralmente un invito: se vuoi, qui e ora, per te c'è la pace di Dio, devi solo scegliere. Tu e nessun altro al posto tuo.

Se hai il coraggio di guardare in faccia la tua fragilità allora scoprirai cosa significa che il Signore si rivolge agli ultimi e la tuia fede farà un passo avanti.
Buon cammino.

 

Ricerca avanzata  (53719 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: