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TESTO Commento su Matteo 11,25-30

padre Paul Devreux

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XIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (05/07/2020)

Vangelo: Mt 11,25-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo Gesù disse: 25«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

“In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra,”.
Gesù è venuto per portare una buona notizia e si accorge che non tutti l'accolgono. Il bello è che non lo vive come un fallimento, ma benedice il Padre, Signore del cielo e della terra, perché è convinto che questo fa parte del progetto di Dio, e quindi è bene cosi.
Gesù ha chiaro che il Padre ha in mano le redini del mondo, e questo è un concetto che ci scandalizza perché vediamo tanta sofferenza e ingiustizie e ci domandiamo dov'è questo Dio.
Dio non approva le sofferenze e le ingiustizie, ma vuole conciliare il nostro lasciarci liberi, anche di fare del male, e il suo tentativo di aiutarci per rendere questo mondo più bello, il suo regno.

Gesù prega e ringrazia il Padre dicendo: “hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza”.
Questo non significa che Dio ama alcuni e altri no. Significa che propone un tipo di aiuto che interessa solo chi ne sente il bisogno, e questi sono i piccoli.
Quand'è che io mi comporto da sapiente e dotto? Ogni volta che sono convinto di potermela cavare da solo e rifiuto di essere aiutato. Forse sono veramente sapiente e dotto, oppure semplicemente credo di esserlo, ma questo mi rende impermeabile a qualsiasi tipo di aiuto. Non è una colpa; è una condizione di chiusura che può avere mille motivazioni.
Dio non mi giudica, ma quando gli chiedo aiuto, è sempre pronto.

Gesù continua la sua preghiera dicendo:”nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo”.
Questo è il grande mistero dell'incarnazione. Se è vero che Gesù viene dal Padre, è evidente che lo conosce e può parlarcene meglio di chiunque altro e il motivo della sua venuta è proprio quello di provare a rivelaci il Padre.

“Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro”.
Gesù vuole darci ristoro. Ci vuole aiutare, accogliere. Non si impone. Lo propone. Chi è che gode di questo ristoro? Posso essere io, quando mi sento stanco e oppresso, quando mi scopro piccolo, bisognoso dell'altro e di Dio. Allora dico: “Signore vieni presto in mio aiuto”, e il Signore non mi farà a lungo aspettare, perché non vede l'ora di potermi aiutare.

Dice ancora: “Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero”.
Per poter prendere il suo giogo, devo prima posare il mio, che è tutto ciò che mi rende la vita difficile, che me la avvelena e m'impedisce di amare il prossimo. Per farlo l'unico modo che conosco è quello di consegnarlo a Lui, dicendo: “Signore, pensaci Tu. Io non ce la faccio, prendi in mano le redini della mia vita, aprimi una via che mi dia voglia di vivere”.
Allora posso accogliere la sua proposta di condividere il suo giogo, portandolo con Lui, e provando a guardare questa umanità con il suo sguardo. Amando e servendo come posso, senza volere per forza aiutare chi voglio io, ma solo chi me lo chiede. Mite e umile di cuore.

Buona domenica.

 

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