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TESTO Commento su Giovanni 6,51-58

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Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno A) (14/06/2020)

Vangelo: Gv 6,51-58 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

52Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. 57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. 58Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

“Chi mangia questo pane vivrà in eterno”. La realtà più spaventosa ed enigmatica con la quale l'uomo è da sempre chiamato a confrontarsi è la realtà della propria finitudine. Ogni uomo è chiamato ad affrontare questo passaggio ineludibile, tuttavia come recita la liturgia; “se ci rattrista la certezza di dover morire, ci consola la promessa dell'immortalità futura”. Oggi, Solennità del Santissimo Corpo e Sangue del Signore, ci viene offerto il cibo dell'immortalità che accompagna ogni uomo durante tutto il suo esodo terreno fino alla terra promessa. In questa Domenica la liturgia ci indica nell'Eucaristia il cibo senza in quale l'uomo non può camminare. La nostra aspirazione umana è quella di conservare, di voler gestire la nostra vita nel presente e anche nel futuro. Dio invece ci chiede di affidare tutto a lui e di camminare con lui, lasciando che sia la sua grazia a guidare i nostri passi. Al centro del cammino di ogni cristiano c'è la comunione con lui, questa comunione ci lega in modo indissolubile a Gesù e tra di noi, ci inserisce infatti nella grande comunità dei redenti. Di questa comunione ci parla Paolo nella seconda lettura tratta dalla prima lettera ai Corinzi. Egli afferma che il calice e il pane ci introducono nella comunione con la carne viva di Gesù Cristo. Ancora una volta è la Chiesa a introdurci attraverso il suo insegnamento al cuore dell'Eucaristia, nel catechismo della Chiesa cattolica si legge infatti; “L'Eucaristia è fonte e culmine di tutta la vita cristiana. Tutti i sacramenti, come pure tutti i ministeri ecclesiastici e le opere di apostolato, sono strettamente uniti alla sacra Eucaristia e ad essa sono ordinati. Infatti, nella santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua “. Da questo mistero insondabile nasce il vero bene per tutta la Chiesa, anzi nasce e cresce la Chiesa stessa. Non è infatti la Chiesa a generare l'Eucaristia ma è da essa generata, custodita e guidata. Così anche noi, ogni volta che mangiamo di questo pane e beviamo a questo calice, siamo generati, custoditi e guidati da Dio in Cristo Gesù.

Commento a cura di Paolo Morocutti

 

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