TESTO Commento su Matteo 11,25-30
don Giampaolo Centofanti Commento al Vangelo
Sacratissimo Cuore di Gesù (Anno A) (19/06/2020)
Vangelo: Mt 11,25-30
25In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Gli evangelisti concordano nel descrivere in questo episodio per certi aspetti la più grande esultanza di Gesù. Dio si rivela ai piccoli. Questo è il segreto di Gesù stesso in quanto uomo e di Maria: sono docile e piccolo di cuore, il Signore ha guardato alla piccolezza della sua serva. Piccolezza non nel senso di umiltà. Maria non dice da sé stessa di essere umile. Piccolezza invece come creaturalità: è Dio che opera noi possiamo solo cercare di accogliere nella vita concreta la grazia che Egli ci dona gradualmente sempre più se lo accogliamo. Dunque non gesta da energumeno ma vivere con semplicità e buonsenso nella fede quello che Lui ci fa veramente maturare. Non moralismi, sensi di colpa, forzature né inutili sbrachi. Su questa strada la nostra umanità rinasce sempre più leggera, scoprendo quante ansie, complicazioni, ci possiamo creare da soli. Lo Spirito di Gesù viene a liberare, a portare nella gioia, nell'amore e nella pace i piccoli. Siamo in un tempo di grazia. La Chiesa viene più diffusamente liberata da possibili moralismi e veniamo portati nel mistero di Dio, dell'uomo, del mondo non in un cammino reso da astrazioni varie cerebrale e meccanico ma invece semplice e umano. Qui è allora la chiave di ogni cosa, dalla vita, alla pastorale, alla cultura. Un piccolo può allora più chiaramente contribuire a rinnovare tutta la cultura con la sua stessa vita.