PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su Giovanni 6,51-58

fr. Massimo Rossi  

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno A) (14/06/2020)

Vangelo: Gv 6,51-58 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 6,51-58

51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

52Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. 57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. 58Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

Gesù scopre le carte e parla senza giri di parole: “Il Pane vivo sono Io, dovete mangiare la mia carne, dovete bere il mio sangue! Se mi mangiate avrete la vita eterna, se non mi mangiate, no!”. Proviamo a metterci nei panni di coloro che lo stavano ascoltando.

Potremmo discutere sull'Eucaristia, il sacramento del corpo e del sangue del Signore... ma questo è già un livello ulteriore, una questione teologica, più precisamente, di teologia liturgica; è in gioco la fede nei sacramenti, che coinvolge in prima istanza le nostre celebrazioni.

Ma, ripeto, sarebbe un salto indebito! Non è la stessa cosa parlare di Eucaristia ai tempi di Gesù, rispetto allo stesso sacramento, celebrato ai tempi nostri... il sacrificio di Cristo è cruento, quello dell'altare no; il sacrificio di Cristo è fisico, il nostro è spirituale,...

Il fine e l'effetto sono i medesimi, ma i fenomeni sono palesemente differenti...

Dal momento che i sacramenti, così come li conosciamo e li viviamo noi oggi, si fondano sulla persona fisica di Gesù di Nazareth, Gesù di Nazareth rappresenta il primo anello della catena, la pietra angolare che sostiene tutta la Chiesa e che assicura il legame vitale con Dio.

Dunque usiamo financo l'immaginazione per volare a quei giorni, su quella spianata affollata da migliaia di persone, ove il Figlio del falegname ha appena moltiplicato pani per tutti; a partire da questo gesto semplice, ma del tutto fuoriprogramma, comincia a parlare, e annuncia la novità del Vangelo.

Come reagiremmo a quelle parole, che invitano a mangiare carne e a bere sangue, come unica via per vivere? come reagiremmo di fronte a un uomo che compie un miracolo - e vada per il miracolo! - ma poi dichiara che tutta la Tradizione religiosa è superata da quel gesto e da quelle parole?

Del resto, non è così difficile mettersi nei panni dei contemporanei di Gesù...

Ogni generazione, compresa la nostra, ha dovuto suo malgrado fare i conti con il fattore-novità, rappresentato dalla generazione successiva... ed espressa - l'istanza di novità - come opposizione ai valori tradizionali del passato, quei valori che hanno fondato e sostengono il nostro presente; valori sui quali, a fatica, abbiamo costruito un consenso, e con il consenso, le nostre sicurezze... Arrivano i giovani e, in quattro e quattro otto, tutto ciò che per noi era un assoluto indiscusso e non negoziabile, diventa relativo, discutibile, praticamente inutile.

È tipico di ogni forma di cultura, compresa quella cristiana, difendere la propria identità legandosi al tempo, passato o presente, antico o moderno, nel quale riconosce la propria origine e verità.

Ma c'è dell'altro: la Chiesa percepisce se stessa come radicale novità rispetto alla cultura greco-romana, (essa) vive tale novità come fedeltà all'evento che fonda la fede - la passione e risurrezione di Cristo - e ne garantisce l'esistenza. Tale fedeltà si qualifica come Tradizione, ossia come custodia e consegna dell'unica verità che salva. Di fronte al concetto cristiano di progresso, l'epoca moderna ha prodotto una concezione di novità del tutto diversa, passando dalla novità nella fedeltà alla Tradizione, alla novità come rivoluzione.

La Rivoluzione francese ha inaugurato il concetto di novità senza tradizione; e questo concetto diventa la sfida della modernità al cristianesimo.

Perdonate questa lunga divagazione sul tema della Tradizione: mio intendimento è quello di sottolineare quanto sia importante riconoscere le radici della fede e della cultura e queste radici si chiamano Tradizione.

Gesù interviene a gamba tesa e lancia un sasso nel tranquillo stagno della millenaria tradizione ebraica, rimettendo tutto in discussione:
- non è Mosè che dà il pane della vita, ma lui, Gesù!

- la fedeltà alla Legge antica non dà alcuna sicurezza circa il futuro, ma solo la fede in lui, in Gesù! - la salvezza quella vera non viene da Mosè, ma da lui, da Gesù!

E - ciliegina sulla torta! - la salvezza consiste nel mangiare la carne e bere il sangue di Gesù!

Ognuno di noi ha le sue certezze; poche o tante che siano, su queste certezze abbiamo costruito la nostra vita. Siamo disposti a rimetterle in discussione, non in nome di chissà quale nuova teoria o ideologia trasgressiva,... Ma in nome di Cristo e del Vangelo?

Perché non c'è nessuna convinzione, per quanto cristiana, per quanto moralmente irreprensibile, che il Vangelo non possa rimettere, per così dire, in movimento.

È la dinamica dei talenti proposta dal Vangelo (cfr. Lc 19,11ss.): vanno trafficati, e trafficandoli, moltiplicati,... La mentalità della conservazione, per la fede, non funziona! A parte il fatto che la fede è un bene facilmente deperibile, non si conserva a lungo... La fede non può essere intesa come un concetto, statico, ben definito, immutabile, ma come potenzialità operativa. Non a caso, la Chiesa ci insegna che la fede è una virtù, cioè una forza, una energia positiva, dal latino: virtus.

Inavvertitamente, diteggiando al computer la parola “virtus”, ho saltato la ‘t'... Rileggendo, mi sono accorto di aver scritto “virus”... che sia un lapsus freudiano?....

Il Vangelo si ferma qui; il seguito lo conoscete: quel giorno Gesù perdette quasi tutti i suoi amici: discepoli e sostenitori non si facevano più vedere in sua compagnia,... Leggetevi con calma tutto il capitolo 6, che la Bibbia di Gerusalemme ha intitolato: “La pasqua del pane di vita: nuovo rifiuto della rivelazione”. Il Signore era consapevole che le sue parole avrebbero scatenato una simile reazione. Ma non nutre alcun risentimento!...Gesù è libero da tutto e da tutti: e con molta libertà chiede ai Dodici: “Volete andarvene anche voi?”, sapendo che vicino era il giorno in cui se ne sarebbero andati tutti...

Intendiamoci: Gesù non era né misantropo, tantomeno cinico e anaffettivo... l'Amore che il Figlio di Dio è venuto a rivelare è vero amore! amore infinito, radicale, prezioso quanto e più della sua stessa vita. Ma era libero dai condizionamenti emotivi, dalle interferenze egoistiche; il Cristo ama senza concupiscienza, cioè senza desiderio di possedere, né condizionare l'altro.

È una lezione difficile, la più difficile da imparare e da vivere...

Dio non pretende che ci riusciamo. Provarci, tuttavia, è possibile.

 

Ricerca avanzata  (53997 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: