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TESTO Commento su Luca 8,4-15

Paolo Curtaz  

Sabato della XXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (20/09/2003)

Vangelo: Lc 8,4-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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4Poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: 5«Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. 6Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. 7Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. 8Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».

9I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. 10Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché

vedendo non vedano

e ascoltando non comprendano.

11Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. 12I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. 13Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno. 14Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. 15Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza.

Come accogliamo la Parola? Nutre la nostra vita, la scalda, la provoca, la riempie? Siamo riempiti di parole, ossessionati dalle parole, invasi dalle parole, eppure una sola Parola può cambiarci la vita, quella del Signore Gesù. Lo sappiamo: esiste una specie di lotta fra la memoria e la dimenticanza nella nostra vita. Un esempio? Che vangelo c'era domenica scorsa? Vedete? Facciamo fatica, eppure quella era la parola che doveva illuminare la nostra settimana, nutrirla. L'esaltazione della croce avrebbe dovuto accompagnarci e consolarci! Bhé, non spaventiamoci: Gesù l'aveva previsto, era pensata questa cosa e Gesù stesso ne descrive le dinamiche: la parola portata via dall'avversario, la parola che soffoca a causa delle preoccupazioni e della mancanza di costanza, infine la parola che germoglia e porta molto frutto. E tu, amico che ascolti, che terreno sei? Qual è il terreno fecondo che porta molto frutto? A mio parere terreno fecondo è chi di noi si è sentito rappresentato nei primi terreni: sì, se sentiamo di essere incostanti, se ammettiamo che alle volte siamo distratti e dimentichi, allora la parola porterà frutto. Tenetela cara questa parola, amici, oggi sia la luce e il sorriso della nostra vita!

Facciamo fatica a conservare la tua Parola, Signore, anche noi, come nella parabola, siamo sottoposti a mille distrazioni. Ma oggi, ora, ti chiedo di fecondare la mia giornata: che porti frutto, Signore, secondo la tua volontà...

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