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TESTO Commento su Luca 7,11-17

Paolo Curtaz  

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Martedì della XXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (16/09/2003)

Vangelo: Lc 7,11-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 7,11-17

11In seguito Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. 12Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. 13Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». 14Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». 15Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. 16Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». 17Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.

Conosco molte persone che hanno di Dio un'idea terribile ed inquietante: una specie di Moloch perfetto e insensibile che dall'alto dei cieli ci guarda accigliato e molti amici si comportano di conseguenza temendo questo Dio; così, nel caso di una morte o di una disgrazia, la nostra fede viene sbriciolata dal dolore. Gesù ci dice, invece, che Dio è compassionevole, soffre insieme a noi quando vede passare il figlio unico della vedova di Naim, una situazione che lascia intuire una vita di tragedie continue. Gesù prova compassione e dona vita, restituisce dignità. No, non sappiamo la ragione ultima della morte, sappiamo però che la Scrittura scagiona Dio e ci indica, nelle nebbie dei nostri fragili ragionamenti, un Dio che desidera la vita e non la morte.

La folla resta attonita e glorifica Dio riconoscendo il quel segno la venuta di un grande profeta. A noi, oggi, di individuare i tanti segni di resurrezione che Dio pone tra le nostre mani, a noi di saper leggere le resurrezioni che vedremo nello sguardo dei nostri fratelli, a noi di compiere gesti di tolleranza, di perdono, di pazienza, caparra della resurrezione, testimonianza del Dio che ama la vita.

Tu sei un Dio che ami la vita e hai compassione di tutto ciò che vive. Aiutaci a riconoscere – oggi – i tanti segni di resurrezione e di vita che metterai lungo il nostro cammino, Dio benedetto nei secoli!

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