TESTO Commento su Luca 6,39-42
Paolo Curtaz Ti racconto la Parola
Venerdì della XXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (12/09/2003)
Vangelo: Lc 6,39-42

39Disse loro anche una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? 40Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
41Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? 42Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
Può un cieco guidare un altro cieco? Certo che no, entrambi finiranno dritti dentro una buca dice Gesù. Bene amici, guidate piano, posate ciò che avete in mano e ascoltate: chi sta guidando la tua vita? E dove ti sta portando? Chi è il maestro che indirizza le tue scelte? Il mondo vomita opinionisti senza sosta, modelli che ci vengono propinati ad ogni trasmissione tv, ad ogni pagina di pubblicità, ad ogni editoriale. Per esistere devi, per riuscire puoi... pensateci: anche il tuo capoufficio è convinto di avere capito come va la vita e ti ammonisce: o stai al gioco o sei out. Sicuri? Io ho paura, amici, paura di guide cieche, paura che tanta sicumera nasconda il vuoto, paura che dietro i sorrisi di facciata si nasconda il nulla. No, l'economia non mi cambia la vita: lavoro come un ossesso per avere soldi e comprare cose di cui non ho bisogno e far girare l'economia eccetera. Sapeste quanti sfoghi di giovani accolgo, persone umiliate, provate, selezionate: produrre, lavorare, mettere il business al centro, riuscire, realizzare, produrre, produrre, produrre. Guide cieche che portano alla morte noi ciechi. No, amici, la fede ci dona luce, il senso del limite ci permette di capire, di vedere, di riconoscere i nostri limiti. Io confesso pubblicamente a due milioni di ascoltatori di non possedere in me la ricetta della felicità, io non so cosa sia bene per me e allora non mi sento umiliato nel cercare fuori di me la felicità, nell'elemosinare verità, nel desiderare luce, nell'ascoltare il Maestro Gesù che mi svela il senso ultimo della vita.
No, Signore, non seguirò guide cieche, oggi, seguirò te, buon Pastore che sai dove andare, che sai dove condurmi Dio benedetto nei secoli.