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TESTO Il linguaggio dell'amore unisce il mondo

padre Antonio Rungi

Pentecoste (Anno A) - Messa del Giorno (31/05/2020)

Vangelo: Gv 20,19-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Celebriamo oggi la solennità della Pentecoste, una ricorrenza nella vita cristiana e nella liturgia cattolica molto importante, perché ricorda a tutti noi battezzati e cresimati e consacrati, a vario titolo, nel servizio alla comunità dei credenti, che sugli apostoli e Maria, a 50 giorni della risurrezione di Cristo, discese lo Spirito Santo che li confermò nella loro missione.
E' significativo che i testi biblici facciano riferimento a questo momento dell'ufficializzazione della Chiesa, già nata dal costato di Cristo, ci sia presente la Beata Vergine Maria. A conferma che Maria è davvero la Madre di Cristo e come tale è Madre di Do e della Chiesa.
Lo Spirito Santo che scende sugli Apostoli per confermarli nella fede e per inviarli nel mondo quali messaggeri di amore, speranza e gioia. Il testo del Vangelo di Giovanni che abbiamo appena ascoltato, non riguarda il momento della Pentecoste, ma il momento del Pasqua di risurrezione.
E' il primo discorso del Risorto, una sorta di saluto che il Signore fa ai suoi discepoli prima della sua ascensione. E' il discorso, appunto, dell'arrivederci e non dell'addio, ma comune di saluto che il Maestro rivolge ai suoi discepoli, dopo aver completato il suo insegnamento e la sua esperienza di didattica, non a distanza, a stretto contatto che egli ha portato avanti nel corso del suo triennio di insegnamento, educazione, preparazione alla vita e alla missione. E cosa dice ai suoi discepoli.
Giovanni lo sintetizza in alcune espressioni: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Questo brano del Vangelo lo si comprende nella sua giusta portata teologica e pastorale rapportandolo con il testo della prima lettura di questa solennità, tratta dagli Atti degli Apostoli, nel quale si racconta proprio il momento della discesa dello Spirito Santo: “Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua”. I frutti della discesa dello Spirito Santo sono immediati e anche riconoscibili.
Gli Apostoli si rendono comprensibili a chi parlava altre lingue. Il linguaggio dello Spirito Santo, che è quello dell'amore, unisce e non separa, fa comunione e non divisione. Ecco perché gli Apostoli pur parlando nella loro lingua che avevano appreso, l'aramaico, in realtà, quanti parlavano altre lingue li comprendevano. Si sa che Gesù parlava Aramaico, perché la lingua parlata in Galilea e Palestina all'epoca di Gesù era l'aramaico giudaico palestinese, e probabilmente l'aramaico parlato da Gesù per comunicare con i suoi discepoli era un dialetto galileo caratterizzato dalla presenza di alcune parole in ebraico e in greco, anche se non tutti sono d'accordo riguardo a ciò.

Nel giorno della Pentecoste c'erano cittadini di varie località, regioni e provenienza linguistica e culturale: Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, Romani residenti a Geursalemme, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi. Gerusalemme che era il centro della spiritualità, accoglieva tanti popolo, la città della pace era di fatto la città plurietnica e pluriculturale come lo è oggi per altre ragioni, ed in primo luogo perché è la città della morte e della risurrezione del Redentore.
Possiamo dire che la globalizzazione della comunicazione aveva la sua origine proprio nel giorno della Pentecoste, anticipando i tempi odierni. Ma chi erano tutti costoro che stavano a Gerusalemme?
I parti appartenevano ad un'antica popolazione iranica, stanziatasi dal 3° sec. a.C. in una regione dell'altopiano iranico fra Oxus, il Caspio e il deserto centrale, denominata Partia; mentre i Medi appartenevano sempre ad un'antica popolazione iranica, stanziata almeno dal 9° sec. a.C. nella regione nord-occidentale della Persia e dai persiani chiamata Media; gli Elamiti, invece, erano gli abitanti dell'Elam, una regione situata ad ovest del corso inferiore del Tigri, che ebbe per capitale Susa. Gli abitanti della Mesopotamia venivano, invece, dalla regione dell'Asia anteriore compresa tra i fiumi Tigri ed Eufrate; la Giudea, ben nota ai tempi di Gesù, era la zona meridionale e più elevata dell'altopiano della Palestina, situata fra il Mar Morto e il Mar di Levante; la Cappadocia faceva parte dell'Asia Minore; mentre il Ponto era una regione della Turchia. La Frigia era una regione interna dell'Anatolia; mentre la Panfilia era una regione costiera dell'Anatolia meridionale.
Possiamo dire che il mondo era ben rappresentato in quel momento come evidenziano gli Atti degli Apostoli: Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo” A queste persone, provenienti da varie regioni e località, si rivolsero gli apostoli e fecero capire perfettamente ciò che dicevano di Cristo e su Cristo.

Noi sul loro esempio dobbiamo capire chi è Cristo per noi e farlo capire agli altri, mediante la testimonianza, l'annuncio e la diffusione del vangelo in ogni parte del mondo. Ed oggi è facile arrivare con i potenti mezzi che si hanno, che pure loro hanno dovuto arrendersi di fronte all'emergenza della pandemia, che sta parlando di altro e non certo di Dio. Ricominciare a parlare di fede penso che sia importante a partire proprio da questo giorno dedicato alla discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli e Maria, riuniti in preghiera nel cenacolo, dal quale parte la missione della Chiesa per tutti i popoli della terra.

 

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